Così, ogni anno la nostra comunità cristiana vive l’anniversario della dedicazione come una delle sue solennità più grandi, facendo memoria grata di tutto questo. Perché farne memoria ogni anno? E come mai è una “solennità”, cioè il grado più alto delle feste cristiane, come il Natale, la Pasqua, l’Ascensione, la Pentecoste? Potremmo chiamarla “la solennità della Chiesa locale”: attraverso il segno del tempio manifestiamo il nostro essere pietre vive dal giorno del Battesimo, la nostra missione di annunciare il Vangelo come grembo che genera altri alla fede, il dono immenso che ci viene fatto ogni volta che ci riuniamo in santa assemblea per celebrare l’Eucaristia! Scrive il vescovo san Cesario di Arles: “Se dunque, o carissimi, vogliamo celebrare con gioia il giorno natalizio della nostra chiesa, non dobbiamo distruggere con le nostre opere cattive il tempio vivente di Dio. Vuoi trovare una basilica tutta splendente? Non macchiare la tua anima con le sozzure del peccato. Se tu vuoi che la basilica sia piena di luce, ricordati che anche Dio vuole che nella tua anima non vi siano tenebre. Fa’ piuttosto in modo che in essa, come dice il Signore, risplenda la luce delle opere buone, perché sia glorificato colui che sta nei cieli. Come tu entri in questa chiesa, così Dio vuole entrare nella tua anima”. La chiesa-edificio è immagine, è simbolo della Chiesa-comunità. Anzi la vera Chiesa è la comunità, è il Popolo di Dio. Ascoltiamo san Pietro, che ammonisce i cristiani: “quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale”. Se una chiesa è il luogo d’una presenza divina, questo “luogo” è l’assemblea dei fedeli, è l’anima d’ogni fedele. “Non sapete che siete tempio di Dio?”, dirà san Paolo”. Così, domenica 31 ottobre celebreremo Solennemente questo appuntamento. È come se la liturgia ci dicesse: “Siete unici, ma in un corpo armonioso. Siete speciali, ma in una comunione universale. Proprio perché siete voi, con la vostra storia, la vostra originalità, il vostro cammino, siete parte irrinunciabile della Chiesa. Non solo voi, ma non senza di voi”.
