Nelle prime pagine della Scrittura si legge che Dio passeggia nel giardino in cui ha collocato le creature che sono appena uscite dalle sue mani. È un Dio che cerca l’uomo e la donna con cui si intrattiene come con amici. Possiamo immaginare la gioia di Dio che cerca Adamo ed Eva, che però dopo il peccato si nascondono. La consuetudine legge in quel: “Adamo dove sei?”, un timbro inquisitorio e di condanna. La Bibbia non lo dice, ma è il nostro senso del peccato che prevale e porta a fare di questo straordinario testo della Scrittura, quello dell’amicizia tra Dio e l’uomo, cercato da Dio come amico gradito e amato, il testo del rimprovero e del giudizio.
Quante sono le pagine della Scrittura che sono state oggetto di questa interpretazione, che sovrappone all’intenzione dell’autore quella visione della vita che guarda all’uomo e alla donna con sguardo colpevole? Guardare al Vangelo liberandolo dalle incrostazioni sacrificali che ne hanno imprigionato la bellezza lo avvicinerebbe alla sensibilità di più persone. Dio ha il volto amabile di Gesù di Nazaret, che è stupito per la bellezza dei gigli del campo, che ha incontrato con tenerezza gli amici e con passione molti volti, che ha raccontato la passione del Padre che attende e corre incontro al figlio che se n’è andato di casa. Questa è la fede di coloro che sono assetati di vita e desiderano la gioia esplosiva per aver incontrato il messaggio liberante, pieno di amore e di passione, di un Dio amante della vita.
