Le notizie sulla vita e il martirio di Agnese sono varie e talvolta contrastanti, ma hanno riferimenti antichi, primo fra tutti un carme inciso sulla sua lastra tombale, composto da papa Damaso, morto nel 384, che riporta una fonte orale. Collezionando le fonti ne escono alcuni dati: Agnese di famiglia romana e cristiana – forse patrizia, ma secondo alcuni figlia di liberti – si consacrò giovanissima a Dio; a dodici anni, durante le persecuzioni di Diocleziano, mentre molti cristiani abiuravano, mantenne la sua fedeltà al Cristo. Il figlio del prefetto di Roma, invaghitosi di lei e respinto, la denunciò alle autorità; forse lo stesso prefetto la fece esporre nuda in un luogo per pubbliche prostitute nel circo Agonale, oggi cripta di Sant’Agnese in piazza Navona. Fu gettata nel fuoco, ma le fiamme si divisero senza lambirla, mentre i capelli le crebbero al punto di ricoprire il corpo nudo. Fu infine trafitta con un colpo di spada alla gola, così come si uccidevano gli agnelli. Anche per questo nell’iconografia è raffigurata spesso con un agnello, simbolo del candore e del sacrificio. Il martirio è stato collocato da alcuni fra 249 e 251 durante la persecuzione decretata dall’imperatore Decio, altri lo pongono nel 304, durante l’ultima grande persecuzione, voluta da Diocleziano. Dopo la sua morte, il corpo fu sepolto nelle catacombe lungo la via Nomentana, oggi conosciute con il suo nome.
La donna e la bellezza
La festa di sant’Agnese ci fa pensare e pregare per il mondo femminile, soprattutto le ragazze, le adolescenti e preadolescenti. Come dice papa Francesco, «la donna è colei che fa bello il mondo, che lo custodisce e mantiene in vita. Vi porta la grazia che fa nuove le cose, l’abbraccio che include, il coraggio di donarsi». Ma a quale bellezza sono chiamate le ragazze e le donne? Ecco perché guardare a Sant’Agnese: lasciarsi interpellare da lei che ha lasciato un segno di bellezza nel mondo, facendosi dono e testimone della “bellezza dell’amore” nella misura in cui si è donata incondizionatamente per un bene più grande.
In questo senso ciascuna ragazza, nel suo quotidiano, può essere generatrice di bellezza.
Più in generale, è la femminilità in sé ad avere uno stile proprio, che si riflette nei diversi contesti della vita quotidiana e lasciare un segno indelebile di autentica bellezza.
