Pensando alla celebrazione dell’Eucaristia, sembra che in prima battuta essa rinvii all’esperienza dello “stare”, piuttosto che dell’andare; del fermarsi, piuttosto che del camminare.
Eppure, come la stessa etimologia del termine assemblea è capace di evocare (assemblea, da ad-simulare, mettere insieme; secondo altri da simul ambulare, camminare insieme), il tema del camminare non è affatto estraneo all’evento del convenire liturgico: si cammina per andare all’assemblea; si cammina dentro l’assemblea, nei diversi movimenti previsti dal rito (tra tutti, quello della comunione eucaristica); si cammina al termine della celebrazione, per sciogliere l’assemblea e fare ritorno alla vita quotidiana, nella prospettiva del servizio testimoniale e della vita vissuta come missione.
Certamente si cammina per convenire verso una meta ed insieme una sorgente: nella statio dell’assemblea radunata per la celebrazione dei misteri si manifesta al contempo il mistero del Signore che si fa presente in mezzo ai suoi e il mistero della Chiesa che si riceve dal suo Signore.
