Egli infatti è la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne (Ef 2,14).
Scrive San Giovanni Paolo II in Ecclesia de Eucharistia: La Chiesa vive continuamente del sacrificio redentore, e ad esso accede non soltanto per mezzo di un ricordo pieno di fede, ma anche in un contatto attuale, poiché questo sacrificio ritorna presente, perpetuandosi sacramentalmente, in ogni comunità che lo offre per mano del ministro consacrato. In questo modo l’Eucaristia applica agli uomini d’oggi la riconciliazione ottenuta una volta per tutte da Cristo per l’umanità di ogni tempo (n. 12).
Il sacrificio di Gesù riconcilia con Dio e con i fratelli e le sorelle tutti, poiché siamo realmente suoi figli. È il sacrificio del perdono che riavvicina a Dio e all’intera famiglia umana. Tutto ciò che si frappone o ci allontana da Dio e dagli altri viene superato e vinto dall’amore che guarisce ogni ferita.
L’Eucaristia alimenta il nostro essere “uno” in Cristo nell’unica fede e nell’unico amore. È il pane del perdono, che chiama al sacramento della riconciliazione. È il sostegno necessario alla fatica del nostro ascoltarci, capirci e camminare insieme. È il dono che ricolma ogni mancanza d’amore, rammenda ogni strappo, recupera qualsiasi offesa o affronto subito e procurato. E’ sorgente inesauribile di carità, che irrora nuova vita nei deserti delle solitudini e dei risentimenti umani.