Il martirio di san Floriano, nostro patrono, nella sua solennità, ci aiuti a renderci conto della nostra posizione cristiana nella storia attuale del mondo. Ci aiuti a cogliere da una parte le tentazioni e la facile rassegnazione in un mondo accettato passivamente e dall’altra l’invito al martirio che interpella tutti noi. Oggi, un cristiano è un uomo di lotta: per slegarsi dalla nostalgia di cose morte e per resistere all’invadenza di forme e di idee pagane – e quindi disumane – tranquillamente accettate dal mondo. La lotta diventa profezia: profetizzare la verità, la giustizia, la libertà, l’amore, la vita …
Il cristiano, o ha il coraggio di essere contro corrente, per essere coerente, oppure diventa un uomo senza volto, e senza storia, un uomo inutile e dannoso al mondo. La storia recente ci insegna, che là dove il cristiano diventa profeta, anche se è terra di desolazione e di persecuzione, il deserto fiorisce e rinasce la vita. Il cristiano di oggi è chiamato a essere profeta in questo momento di “diaspora”, di dispersione. Queste immense e pesanti responsabilità gravano sul cristiano, che come tale deve essere “voce” che “grida”, testimone credibile di un modo di vivere tutto diverso da quello più comune perché più rispettoso della dignità e del destino dell’uomo figlio di Dio! È tempo di profezia.
Don Giuseppe