La geografia dei vizi: l’invidia

 Origine diabolica: invidioso della felicità dell’uomo, il demonio lo ha preso in odio e ne ha provocato la morte (“Ma per l’invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo e ne fanno esperienza coloro che le appartengono” – Sap 2,24). Fin dalle sue origini lontane, lo schema “invidia-odio-omicidio” si applica sempre nello stesso senso: l’empio odia il giusto e si comporta come suo nemico.

Così Caino verso Abele, Esaù verso Giacobbe, i figli di Giacobbe verso Giuseppe, gli Egiziani verso Israele (Salmo 105,25), i re empi verso i profeti (1Re 22,8), i malvagi verso i pii dei Salmi, gli stranieri verso l’unto di Jahvè (Salmi 18 e 21), verso Sion (Salmo 129), verso Gerusalemme (Is 60,15).

Il termine viene dal latino che significa guardare male, con ostilità, non poter sopportare la vista. L’invidia è un modo di “guardare storto”. Ma cos è l’invidia? Forse non ci siamo mai posti questa domanda, anche perché la cultura che va per la maggiore l’ha molte volte camuffata abilmente chiamandola in mille modi diversi e tutti comunemente accettati: competizione, concorrenza, autorealizzazione, ecc. L’invidia è quell’atteggiamento che mette l’uomo contro l’uomo e non sopporta la diversità se non è sinonimo di inferiorità.