Il figlio dello Stupore: Giovanni
Il battezzatore, il profeta austero dalla parola di fuoco come Elia, che richiama tutti alla conversione. E che sperimenta, come noi, i dubbi della fede. Nel cammino di Avvento si incontrano una serie di personaggi biblici che, con il loro atteggiamento, ci possono aiutare a preparare il grande evento del Natale. Fra questi c’è il figlio dello stupore, il profeta Giovanni “il battezzatore”.
Quante sollecitazioni ci propone Giovanni! Quanto possiamo imparare dalla sua storia potente e drammatica! Ma anche essenziale e spirituale …
– Il Battista, con la sua esistenza, proclama il primato di Dio sulla storia, richiama tutti a uscire da uno stile di vita di fede ripetuto in modo meccanico e immobilista per incontrare l’inaudito di Dio. Persone ragguardevoli e devote come i farisei sono duramente criticate perché la loro grande fede è rovinata da un ritualismo e da un moralismo esasperati. Giovanni li scuote. Ma lo fa anche per noi: siamo chiamati a interrogarci continuamente sul rischio dell’abitudine alla fede. Anche la più autentica devozione rischia di sconfinare nell’esteriorità, svuotando la fede dall’incontro con Dio.
Giovanni è onesto: lui non è il Cristo. Potrebbe pensarlo: gli altri lo pensano di lui (bisognosi come siamo di Cristo). Potrebbe approfittarne, cedere alla più subdola delle tentazioni, quella del delirio di onnipotenza. Giovanni ci ammonisce: solo riconoscendo il proprio limite, che è opportunità e non mortificazione, possiamo diventare liberi per accogliere il Dio fragile che nasce. Solo riconoscendo che non abbiamo in noi tutte le risposte, possiamo metterci alla ricerca. Solo entrando nel profondo di noi stessi possiamo trovare la nostra vera identità in Dio.
– Chi sei, allora? Chi siamo, allora? La logica mondana dice: sei ciò che produci, sei ciò che appari, sei ciò che guadagni, sei ciò che conti, sei quanto urli. Giovanni sa che non è così, che è illusoria e menzognera questa logica, che mai siamo ciò che possediamo o facciamo. Giovanni ha pensato e ha capito, l’attesa spasmodica di un Messia ha creato dentro di lui uno spazio che saprà riconoscerlo e riconoscersi. Dio ci svela cosa siamo in profondità.
Infine, al Giovanni dubbioso (consolante che il più grande fra i credenti lo sia stato!) Gesù offre una strada: elenca i segni messianici profetizzati da Isaia e dice a suo cugino: “Guardati intorno, Giovanni”. Guardiamoci intorno e riconosciamo i segni della presenza di Dio: quanti amici hanno incontrato Dio, gente disperata che ha convertito il proprio cuore, persone sfregiate dal dolore che hanno imparato a perdonare, fratelli accecati dall’invidia o dalla cupidigia che hanno messo le ali e ora sono diventati gioia e bene e amore quotidiano, crocefisso, donato. Guarda, Giovanni, guarda i segni della vittoria silenziosa della venuta del Messia.