S. Agata co-patrona della parrocchia (1)

La più antica fonte sul martirio della giovane catanese Agata, che in greco significava buona,
è la Passio, che risale alla seconda metà del V secolo (di cui si hanno due variazioni greche e
una latina che sostanzialmente coincidono).
Essendo un testo letterario edificante, essa presenta dati storici che vanno letti con cautela,
ma che concordano sul tempo della morte che sarebbe avvenuta il 5 febbraio 251, durante la
persecuzione di Decio, data che può essere accettata. Agata, cresciuta in una famiglia illustre
e ricca, sentì presto il desiderio di donarsi totalmente a Cristo: il che fece a circa 15 anni.

Suggestivo è il passaggio dove Agata, alla domanda circa la sua famiglia, risponde di essere libera e nobile di nascita; allora il magistrato le domanda perché conduce una vita da schiava, la giovane risponde: “La nobiltà suprema consiste nell’essere schiavi di Cristo”. Tradotta in carcere fu sottoposta a tortura che culminò con lo strappo di una mammella. Nella stessa notte venne visitata da san Pietro che la rassicurò e le risanò le ferite. Adirato Quinziano, la cui passione per Agata si era tramutata in odio, la fece porre nuda su cocci di vasi e carboni ardenti: improvvisamente vi fu un terremoto e crollò il luogo dove avveniva il supplizio, seppellendo i carnefici. Infine venne sottoposta al supplizio dei carboni ardenti. A questo punto, secondo la tradizione, mentre il fuoco bruciava le sue carni, non bruciava il velo che lei portava; per questa ragione “il velo di sant’Agata” diventò da subito una delle reliquie più preziose. Mentre la città era in preda al panico Agata spirava, alla presenza di molti testimoni, nella sua cella pregando e ringraziando Dio di averle conservato la verginità. I fedeli ne raccolsero le spoglie e con grande onore le deposero in un sepolcro nuovo.
Sant’Agata era invocata contro gli incendi, e poiché quando questi scoppiavano si usava suonare a martello le campane, si prese l’abitudine di incidere il suo nome su queste, assieme a quello della Madonna e di altri santi protettori. Per questo motivo i costruttori di campane si posero sotto la protezione di Agata.
In relazione alla tortura che le strappò i seni la santa di Catania era molto invocata dalle madri per  l’allattamento e per conseguenza dalle balie.