L’Adorazione cos’è

Il Signore è una realtà viva ed operante
Gesù non è un personaggio vissuto nel passato,
non appartiene all’archeologia della Chiesa;
il Signore è vivo ed operante nella Chiesa:
bisogna mettersi a tu per tu con Colui che è il vivente.

L’adorazione eucaristica è ascolto; non è un mettersi dinanzi al Signore, parlare a Lui ed incominciare a dire, a chiedere. Fare adorazione non è soltanto parlare a Gesù: la prima cosa da fare è ascoltare, perché Colui che sta dinanzi a noi non è l’oggetto passivo della nostra contemplazione, della nostra adorazione: Gesù è Colui che ci parla e noi dobbiamo stare in ascolto. Nell’adorazione il nostro atteggiamento non deve essere il fare ma l’ascoltare.
Quando si va a fare un’ora di adorazione si sa con quali atteggiamenti si entra ma non si sa con quali atteggiamenti si esce; qualche volta possiamo anche andare per protestare nei confronti di Gesù, poi si ascolta Lui che parla attraverso la nostra coscienza e scombussola i nostri piani.
Noi abbiamo bisogno di conoscere il pensiero di Dio, dobbiamo conoscere il suo pensiero sul significato della vita, sul significato degli anni che ci restano da vivere.
Oggi siamo bombardati dallo stile di vita corrente, allergico al pensiero di Dio, e viviamo giorno dopo giorno senza dare senso a quello che facciamo.

Il valore dell’Adorazione

È qui che si innesta il valore dell’Adorazione eucaristica che non è un monologo che io faccio
dinanzi a Dio, ma è un dialogo dove io sono colui che ascolta e il Signore è Colui che parla.
Quando non si è abituati è necessario un libro, un testo. Il significato vero dell’adorazione non è
un nostro parlare a Dio; adorare è lasciarci trafiggere il cuore da Gesù, lasciarci giudicare da Lui, lasciarci parlare da Lui; se c’è una domanda da fargli è proprio: “fammi conoscere le vie della
vita”. C’è una tentazione da evitare nel concepire l’ora di adorazione ed è il concepirla come un’ora di evasione dalla realtà, dal mondo, dalle nostre responsabilità. Non è un’ora che nasce dal desiderio di evasione, dal desiderio di liberarsi da tutto ciò che dà fastidio nella vita.
Dovrebbe essere invece un bisogno di stare con il Signore, un’ora per pensare e meditare.
L’Ora di Gesù ha una risonanza antropologica perché ci serve per recuperare il meglio di noi stessi.
La ragione dell’Ora di Gesù sta nel porre Gesù al centro della nostra vita, della nostra storia, avere la possibilità che Lui parli a noi.
Nei libri di ascetica si scrive che chi stava in contemplazione andava in estasi. Estasi è una parola che va presa sul serio. “Ekstasis” vuol dire uscire da sé per stare in Dio; questo senso è per tutte
le persone che stanno in adorazione, che escono dalle proprie convinzioni, escono dal credersi
importanti, dal credere nel proprio io; è uscire da sé e porre in noi Dio, porre la nostra vita in Dio.
L’Ora di Gesù è un salutare correttivo per valutare tutto secondo Dio
e riconoscere che Gesù è il Signore. Il fatto che Gesù è veramente il Signore non significa che la nostra vita con Lui non può conoscere anche momenti di tribolazione, di difficoltà, di sofferenze. Questo vuol dire che anche quando siamo con il Signore può venire la tempesta.