Mese di Maggio

Anche questa settimana ci ritroveremo, da lunedì a venerdì alle ore 21.00 per la Recita del Rosario. Continuerà la nostra breve riflessione, prima della conclusione di ogni serata, sulla “Salve Regina. È il saluto dei servi alla Regina di misericordia; saluto solenne, espresso con felice disposizione letteraria: lo stesso termine apre e chiude la prima strofa («Salve Regina, Madre di misericordia […] salve»); è clamore nel senso biblico-liturgico di grido di un popolo oppresso che sale fino al cielo, clamore che si leva dai servi – oppressi dalla coscienza del peccato e gementi in terra d’esilio – alla loro Avvocata, perché intervenga in loro favore; è la supplica dei Salve regina. Una invocazione alla madre di Gesù, perché «dopo questo esilio» mostri ad essi il Figlio, «frutto benedetto» del suo grembo.
Per comprendere la Salve regina bisogna collocarla all’interno di un vasto affresco teologico in cui emerge la visione di Cristo, nostra speranza, e della chiesa, come comunità di speranza, ma anche un modo di considerare l’esistenza cristiana alla luce delle realtà ultime, rivolta verso il suo traguardo e compimento.
Cristo, nostra speranza. Gesù risorto è la nostra speranza, egli è «il primogenito di coloro che risorgono dai morti», la pienezza di tutte le cose. Della nostra speranza egli è il fondamento supremo, la garanzia assoluta, il contenuto immenso. In lui il futuro ha già
un volto personale e il regno di Dio ha un nome. Cristo risorto è punto di riferimento, di speranza, per ogni uomo e ogni donna che, su questa terra, partecipa al mistero del dolore. Nel presente del dolore, Cristo risorto è la certezza del futuro della gloria.
La chiesa, una comunità di speranza. È il popolo che compie nella speranza il suo pellegrinaggio verso la vera Terra promessa, verso la comunione piena con Dio. L’immagine della vita come cammino verso il cielo si presenta con tre componenti essenziali: il viandante, la via, la meta. Il viandante viene designato come esule, come pellegrino, come uomo che ha smarrito la strada. La via è considerata ora come deserto o terra arida, come valle di lacrime, come mare in tempesta, oppure come Cristo-via, la sola che conduce al Padre.
La meta è individuata ora in Dio, il termine di ogni «santo viaggio», ora nella «città del Dio vivente» o nella «Gerusalemme celeste», ora nel «nuovo cielo» e nella «nuova terra», ora nella definitiva «Terra promessa».

A cosa ti chiama Gesù, cosa vuole da te?

Gesù sa che siamo deboli e che è impossibile usare bene i doni che ci dà solo con le nostre forze. Noi dopo un po’ ci stanchiamo, ci scoraggiamo, ci dimentichiamo o possiamo buttare via delle cose preziose. Questo è un peccato, è il vero peccato!
Così come nessuno può darsi la cresima da solo, o battezzarsi da solo, nessuno può credere e mantenere viva la fede da solo. Per questo Gesù ci mette assieme e ci dona i nostri genitori, i sacerdoti, i catechisti, gli amici, i santi e tante persone che ci aiutano ad usare bene e non sprecare i doni che Gesù ci dà. Devi rimanere attaccato a esse!
È impossibile essere felici da soli. E allora sfruttiamo tutti gli strumenti che il Signore ci dà e ci chiede di usare per non perdere i doni che ci offre.
Ecco alcune cose che ci aiutano a non perdere e a godere di più dei doni che ti verranno fatti:
1 – La preghiera: attraverso cui noi riapriamo il nostro cuore a Dio, lo ringraziamo per i doni che ci dà, gli chiediamo quello di cui abbiamo bisogno, certi che ci
2 – I sacramenti: attraverso i quali Dio ci ridona sempre la sua vita divina. Con la Comunione Gesù viene proprio ad abitare nella nostra anima attraverso il Pane della Vita. Con la Confessione ci libera dal male, dai nostri peccati e ci fa ricominciare sempre.
3 – La vita della comunità cristiana: partecipare alla vita di una comunità in cui posso fare esperienza che stare con Gesù e con chi vuole seguirlo è meglio e sono più contento. La prima comunità è la propria famiglia. Poi c’è ad esempio il gruppo delle medie di cui fai parte e poi la nostra comunità, in particolar modo l’oratorio.

A cosa ti chiama Gesù, cosa vuole da te?

È come se la Chiesa fosse una grande squadra di calcio. Ognuno riceve dall’allenatore il suo ruolo secondo le sue qualità, i suoi doni e i suoi talenti. Nella squadra c’è il portiere, ci sono i difensori, i centrocampisti e gli attaccanti. La squadra però è una sola! Così quando l’attaccante segna un goal tutti festeggiano, quando il portiere para un tiro insidioso tutti gioiscono! Nessuno vince da solo. Vince la squadra! Ognuno serve e collabora alla vittoria secondo il suo ruolo. Ci sarà chi ha più fiato, chi ha più tecnica, chi è più forte nei colpi di testa e chi invece non sbaglia un tiro, ma tutti insieme collaborano nel costruire la squadra e nel perseguire la vittoria

Cosa occorre per ricevere la Cresima?

Per ricevere bene il dono della Cresima occorre innanzitutto volerlo, occorre domandarlo, occorre attenderlo, occorre desiderarlo, occorre prepararsi a riceverlo. Il sacramento della Cresima è un dono, e i doni si possono accettare o rifiutare. La Cresima non agisce meccanicamente. Come tutti i doni, se noi non li vogliamo o non li “usiamo bene”, è come se non ci fossero. Occorre la nostra libertà. La Cresima, non sopprime o sostituisce lo spirto umano, la nostra anima. Dio non ci costringe mai, è un Signore, e viene a noi nella misura in cui lo accogliamo, in cui siamo disponibili ad invocarlo e accoglierlo..

Cos’è lo Spirito Santo?

Lo Spirito Santo è l’energia di luce e di cuore con cui Cristo mantiene la Sua presenza. Quando Gesù ascese al cielo, fece questa promessa: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Con la Pentecoste compì pienamente la sua promessa con l’effusione dell’energia della sua vita divina, che è l’amore di Dio in persona: lo Spirito Santo, la terza persona della Trinità.

A cosa serve il sacramento della Cresima?

La Cresima è un sacramento attraverso il quale ci viene donato in maniera ancora più grande lo Spirito Santo. Senza il dono dello Spirito Santo non riusciamo a riconoscere Gesù presente, facciamo più fatica a distinguere ciò che è bene e ciò che è male, facciamo più fatica ad avere fiducia, speranza e ad amarci gli uni gli altri. Senza il dono dello Spirito Santo siamo più paurosi, abbiamo più vergogna di noi stessi e di dire chi siamo e a chi apparteniamo, che siamo cristiani… Può essere contento un guerriero che ha paura di servire il suo re o un tifoso che ha vergogna di dire qual è la sua squadra preferita? Lo Spirito Santo è il maestro del nostro cuore ed è la guida della Chiesa. Una volta Papa Francesco ha paragonato la Chiesa ad una grande nave: lo Spirito Santo è il vento che la sospinge verso la sua meta, la felicità e la salvezza di tutti gli uomini. Lo Spirito Santo ci permette di essere veri uomini, di poter affrontare qualsiasi avventura, di non aver paura.
Per questo il sacramento della Cresima ha anche un altro nome: si chiama Confermazione. Attraverso questa parola la comunità cristiana vuole dirti: non avere paura di diventare grande, nè delle cose grandi che ti verranno chieste o che dovrai affrontare, perché non sei solo. Dio, che ha fatto il cielo e la terra, e tutto il creato ti conferma, ti dice che la tua vita vale! Che tu vai bene e sei prezioso. E tu, liberamente, decidi di seguirlo.

Cos’è il sacramento della Cresima?

La Cresima è un dono. Un dono che domenica 14 maggio verrà dato a 17 ragazzi e ragazze della nostra comunità parrocchiale per dare a loro la possibilità di vivere di più come Gesù, di conoscerlo e amarlo di più e di conoscere e amare di più i loro genitori, i loro amici, le cose che fanno tutti i giorni, lo studio, i divertimenti e anche se stessi. Quando Gesù è salito al cielo cinquanta giorni dopo essere risorto (era il giorno di Pentecoste!) ha deciso di lasciare alla Chiesa, alle persone che liberamente hanno deciso di seguirlo, un grande dono: lo Spirito Santo. Da quel giorno, tramite gli apostoli e tramite quelli che gli apostoli hanno scelto, attraverso i secoli, questo dono è arrivato fino a noi.

Mese di Maggio

Continua il mese di Maggio. Continua il nostro impegno, cioè di comunità cristiana, di trovarci a pregare il Rosario le sere alle ore 21.00. In questa settimana e parte della prossima, ci disporremo a compiere un itinerario di riflessione e di preghiera, che vuol essere un riverente omaggio alla beata Vergine, nostra madre e regina. Ci ispireremo alla Salve regina, celebre antifona medievale che, ancora oggi, chiude la preghiera quotidiana della chiesa. Ancora oggi, nel quotidiano vivere in un mondo stupendo e tragico, violento e pur anelante alla pace, la vergine Maria è per noi un’icona di rassicurante fiducia, madre del nostro Dio e Salvatore Gesù Cristo. Modello di tutta la chiesa, Maria è anche maestra di vita spirituale per i singoli cristiani. Maria è soprattutto modello di quel culto che consiste nel fare della propria vita un’offerta a Dio. Il «sì» di Maria è per tutti i cristiani una lezione e un esempio. Ecco perché la chiesa traduce i molteplici rapporti che la uniscono a Maria in alcuni atteggiamenti particolari: in venerazione profonda di fronte alla dignità della Vergine, madre del Verbo incarnato; in amore ardente quando considera la sua sollecitudine verso i suoi figli; in fiduciosa invocazione quando sperimenta l’intercessione della sua avvocata e ausiliatrice; in operosa imitazione quando contempla la sua santità e le sue virtù; in commosso stupore, quando vede in lei un’immagine di tutto ciò che desidera essere.

Messa di Prima Comunione

“Lasciate che i bambini vengano a me”, così ha detto Gesù agli Apostoli, e noi, comunità parrocchiale, domenica 7 maggio durante la celebrazione eucaristica, facciamo nostro questo invito di Gesù per 13 ragazzi e ragazze che riceveranno per la prima volta il sacramento dell’Eucaristia. 
Verranno chiamati per nome, perché il Signore li conosce e li ama da sempre, ed essi con il loro “eccomi” dichiareranno di essere pronti, davanti alla comunità parrocchiale, a ricevere Gesù Eucaristia. La Chiesa addobbata a festa, gremita di familiari, parenti ed amici manifesterà la gioia a questi ragazzi emozionati.
La prima comunione rappresenta un momento fondamentale nella vita di un credente perché, riprendendo le parole di Papa Francesco, “da questo sacramento dell’amore, scaturisce ogni autentico cammino di fede, di comunione e di testimonianza”.
La prima raccomandazione che facciamo a loro è quella di “mantenere il legame di comunione con Gesù” con la partecipazione sempre alla messa domenicale e continuare il cammino di crescita umana e spirituale svolto sino a questo momento.
Per le catechiste, condurre per mano questi ragazzi a questo incontro speciale, è stato ed è un dono grande anche per loro: “è dando che si riceve”.
Ai loro genitori dico di accompagnare i loro figli in chiesa e fermarsi con loro, facendo festa con loro ogni domenica. Gesù ci aspetta! Fate ai vostri figli il dono più grande, donategli Gesù, fateli crescere con la presenza costante di Gesù nella loro vita, insegnate loro a rivolgersi a Gesù come ad un amico.
I figli vi sono stati affidati perché li aiutate a crescere per Lui e in Lui.
Cari ragazzi, conservate sempre nel vostro cuore la purezza e il candore di questo giorno perché tanto più pura sarà la vostra anima tanto più luminoso sarà il vostro cammino verso Gesù. Siate sempre luce riflessa dell’Amore di Dio da portare alle persone che incontrerete nella vostra vita.
Questo momento di festa deve essere l’occasione per la comunità cristiana di ritrovare la freschezza e il vigore autentico di una fede che magari si è un po’ assopita, ma anche motivo per vivere in forma semplice ed essenziale, l’importanza della fede condivisa per un cammino di crescita e di testimonianza, che sappia accompagnare ogni età della vita.

Celebrazione Prima Confessione

La “Prima confessione” o meglio la “Festa del Perdono”, perché così deve essere vissuta, come una festa, perché incontro con Dio che è Amore e lo manifesta nei nostri confronti accogliendoci e perdonandoci. Perché questo avvenga è fondamentale che le famiglie coinvolte, insieme alla comunità cristiana, aiutino questi bambini a vivere intensamente questo momento. È importante che sentano la nostra presenza e la nostra condivisione con loro sul cammino che stanno percorrendo. La prima confessione deve interessare tutta la famiglia e la comunità parrocchiale. Insieme, aiutiamo questi figli a prendere coscienza del significato del sacramento del perdono e a viverlo come momento di incontro personale con il Padre che perdona. Il contributo di tutti noi è di importanza vitale: senza questa presenza il cammino è incompleto, la preparazione di questi ragazzi alla prima confessione è carente.
È importante far capire a loro che la Riconciliazione è il meraviglioso sacramento del perdono, della gioia e della pace che Dio dona ai suoi amici. È importante far acquisire a loro un atteggiamento molto positivo nei confronti di questo sacramento fin dall’inizio. Questo si basa sulla libertà di scelta che Dio ci dona e su come è importante imparare a compiere scelte d’amore per crescere bene, nella pace e nella felicità vera. Aiutiamo questi bambini a comprendere che il peccato è la libera scelta di fare ciò che sappiamo che è sbagliato. Non possiamo peccare, se non scegliamo di farlo. Assicuriamoci che comprendano che Dio ci perdona sempre, quando siamo pentiti. La Chiesa insegna che il sacramento del Perdono ha conseguenze meravigliose in chi lo accoglie: la riconciliazione con Dio, con la Chiesa, con i fratelli; la remissione della pena in cui si incorre con il peccato; la pace della coscienza; la gioia interiore; la crescita della forza spirituale. Aiutiamoli a capire che essere dispiaciuti per aver commesso un peccato significa riconciliarsi con la persona che è stata ferita, impegnarsi a non peccare più.