1 Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l’aiuto?
Salmo 121
In questo mese la nostra riflessione sarà a questo secondo Monte. Cosa scopriamo fermandoci su questo monte?
L’identificazione tra Sion e monte Moria: monte della Fede (2)
I rabbini identificheranno questo monte con l’altura di Gerusalemme, dove venne costruito il tempio di Salomone come luogo della dimora della Presenza del Dio vivente, luogo ombelico del mondo, dove per secoli furono compiuti sacrifici di comunione e di perdono. Su questo monte il tempio indicava il sito dove il Dio tre volte santo dimorava sulla terra e il Santo dei santi lo testimoniava (cf. 2Cr 3,1). E i padri della chiesa, memori del sacrificio di Gesù Cristo sulla croce, identificheranno il monte Moriah con il luogo del Cranio, la collina calva fuori delle mura di Gerusalemme (Mc 15,22; Gv 19,17): dove fu sacrificato Isacco, che Abramo riebbe vivo come risorto (Eb 11,17-19), anche Gesù fu dato dal padre al mondo da lui amato (Gv 3,16). Riferendosi a tradizioni rabbiniche, i padri diranno che quel monte è anche il luogo della morte e del seppellimento di Adamo, il terrestre. Dove Adamo è morto, anche Cristo è morto, quale nuovo Adamo, ma per risorgere a vita eterna. L’iconografia cristiana testimonia questa tradizione: sotto la croce, in un piccolo antro, vi è un cranio che non è simbolo della morte o allusione al “Memento mori”, ma il cranio di Adamo sul quale è sceso il sangue di Gesù, che ha portato la salvezza. Il monte Moriah, dunque, ha attraversato i secoli, accumulando su di sé interpretazioni, simboli, immagini…