Dio ha voluto che suo Figlio venisse ad abitare in mezzo a noi per compiere la sua opera di salvezza a favore dell’umanità e ha scelto di compiere tale progetto con la collaborazione di due creature: una donna, Maria, e un uomo, Giuseppe. Il verbo della vita è stato generato in una famiglia ed è all’interno di essa che è cresciuto come uomo; è qui che Egli deve avere imparato alcune di quelle qualità umane, che probabilmente saranno state proprie di Giuseppe – come l’impegno nel lavoro, la resistenza alla fatica, il rispetto della legge, l’onestà, l’umiltà, il silenzio – di Maria – come l’attenzione agli ultimi, il rispetto per le persone, lo spirito di servizio. Da un lato, guardando all’umanità di Gesù, comprendiamo quanta importanza Dio nutre nei confronti dell’uomo; dall’altro, guardando al periodo vissuto da Gesù nella casa di Nazareth, comprendiamo la grandezza della famiglia. Quella di Gesù, Maria e Giuseppe è una famiglia “singolarissima” ma non per questo meno significativa per le nostre famiglie. Essa si pone come modello al quale devono ispirarsi le nostre famiglie. Indichiamo alcuni elementi: vi è in essa un invito alla fiducia; nessun potere mondano può annullare il progetto di Dio e la sua volontà di salvezza. Il Signore guida la storia e, nel rispetto delle libere scelte dell’uomo, conduce tutto con pazienza verso il bene e verso il compimento del suo disegno. Il secondo elemento riguarda il valore della vita quotidiana, Matteo nota che Gesù “andò ad abitare in una città chiamata Nazareth”, località oscura della Galilea. Qui Gesù trascorre la maggior parte della sua vita: questo fatto ha suscitato stupore, se si pensa alla grandiosità della sua missione. Questo è lo stile di Dio; fare grandi cose per la via dell’umiltà, del nascondimento, della apparente inutilità. Un ultimo elemento riguarda la vita familiare. Ogni membro di una famiglia che voglia rispettare il progetto di Dio, è chiamato a “uscire da sé” a porsi in primo luogo le domande sul bene dell’altro, facendo propria l’esortazione di Paolo a “gareggiare nella stima vicendevole”.
Tutte le famiglie dovrebbero applicare alcune “regole” di vita, che ricorda san paolo e che appartengono all’intera comunità cristiana: amore, bontà, misericordia, rispetto vicendevole, sopportazione, perdono: tutto nella ricerca della volontà di Dio e di una vita fondata sul Vangelo. L’ascolto comune della Parola e la preghiera fatta insieme costituiscono la sorgente e l’alimento di relazioni belle e significative.
alle ore 16.00
Recita dei vespri e momento di adorazione comunitaria: “Pregando con le famiglie”