Santa Famiglia: l’amore di Dio genera comunione

Solo ciò che nasce dall’amore guarisce la solitudine e solo chi mette al centro della propria vita il valore delle persone, prima delle cose e dei servizi, riesce a gustare la gioia dell’incontro. L’amore lenisce le ferite dell’anima, quando è continuo, e mostra che la persona e le sue esigenze contano più di tutto: dei soldi, del doppio lavoro, della casa bella e ricca di cose, delle feste. Solo l’amore penetra dentro ed è il balsamo che guarisce.
E l’amore esige tempo, tanto tempo per stare vicino, per parlarsi ed ascoltarsi, per condividere, per guardare negli occhi e sentire il cuore di una persona. Ma non è solo l’amore umano, pure forte e importante, il fondamento di relazioni sincere e feconde di bene; occorre l’amore di Dio, che cementa la comunione di vita nelle case con la sua divina presenza. Riferire le relazioni familiari al Signore ci fa comprendere quanto importante sia trovare il tempo, nella propria casa, per la preghiera, via privilegiata che permette di scoprire ed accogliere ogni giorno la volontà di Dio. La casa dei cristiani è sempre stata considerata come una “piccola Chiesa” dove è, non solo possibile, ma doveroso pregare e dove i genitori e gli anziani esercitano, con la loro guida e testimonianza, il compito di essere sacerdoti e profeti. I tempi e i modi sono diversi e ciascuno deve trovare i propri, ma quello che importa è aprire uno spazio di preghiera nel vortice delle mille “cose da fare”.

Santa Famiglia (2)

La nascita di ogni bambino porta con sé qualcosa di questo mistero! Lo sanno bene i genitori che lo ricevono come un dono e che, spesso, così ne parlano. A tutti noi è capitato di sentir dire a un papà e a una mamma: “Questo bambino è un dono, un miracolo!”. In effetti, gli esseri umani vivono la procreazione non come mero atto riproduttivo, ma ne percepiscono la ricchezza, intuiscono che ogni creatura umana che si affaccia sulla terra è il “segno” per eccellenza del Creatore e Padre che è nei cieli. Quant’è importante, allora, che ogni bambino, venendo al mondo, sia accolto dal calore di una famiglia! Non importano le comodità esteriori: Gesù è nato in una stalla e come prima culla ha avuto una mangiatoia, ma l’amore di Maria e di Giuseppe gli ha fatto sentire la tenerezza e la bellezza di essere amati. Di questo hanno bisogno i bambini: dell’amore del padre e della madre.
È questo che dà loro sicurezza e che, nella crescita, permette la scoperta del senso della vita.
La santa Famiglia di Nazareth ha attraversato molte prove, come quella della “strage degli innocenti”, che costrinse Giuseppe e Maria ed emigrare in Egitto. Ma, confidando nella divina Provvidenza, essi trovarono la loro stabilità e assicurarono a Gesù un’infanzia serena e una solida educazione.
La santa Famiglia è certamente singolare e irripetibile, ma al tempo stesso è “modello di vita” per
ogni famiglia, perché Gesù, vero uomo, ha voluto nascere in una famiglia umana, e così facendo l’ha benedetta e consacrata. In questa domenica affidiamo pertanto a Gesù, alla Madonna e a san Giuseppe tutte le famiglie della nostra comunità parrocchiale, affinché non si scoraggino di fronte alle prove e alle difficoltà, ma coltivino sempre l’amore coniugale e si dedichino con fiducia al servizio della vita e dell’educazione.

Santa Famiglia (1)

Invito calorosamente tutti quanti, non solo a partecipare alla Messa Festiva, ma in questa circostanza,
ad esserci con i propri familiari, insieme, (papà, mamma, figlio, figlia o figli).
Penso sia un bel segno e una bella occasione da non perdere.

Il Vangelo secondo Luca racconta che i pastori di Betlemme, dopo aver ricevuto dall’angelo l’annuncio della nascita del Messia, “andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia”. Ai primi testimoni oculari della nascita di Gesù si presentò, dunque, la scena di una famiglia: madre, padre e figlio neonato. Per questo la Liturgia ci fa celebrare, nella prima domenica dopo il Natale, la festa della santa Famiglia. Quest’anno essa ricorre proprio all’indomani del Natale e, prevalendo su quella di santo Stefano, ci invita a contemplare questa “icona” in cui il piccolo Gesù appare al centro dell’affetto e delle premure dei suoi genitori. Nella povera grotta di Betlemme rifulge una luce vivissima, riflesso del profondo mistero che avvolge quel Bambino, e che Maria e Giuseppe custodiscono nei loro cuori e lasciano trasparire nei loro sguardi, nei gesti, soprattutto nei loro silenzi. Essi, infatti, conservano nell’intimo le parole dell’annuncio dell’angelo a Maria: “colui che nascerà sarà chiamato Figlio di Dio”.

Le famiglie di San Fiorano pregano per tutte le famiglie di San Fiorano

Con la solennità di san Giuseppe, anche la nostra comunità parrocchiale ha dato l’avvio all’Anno dedicato alla “Famiglia Amoris laetitia”, con un impegno concreto: pregare per tutte le famiglie di san Fiorano.
La nostra parrocchia crede fermamente nella potenza della preghiera comunitaria. Per questo, ogni giorno, pregheremo per tutte le nostre famiglie. Chi lo desidera può assumersi questo “impegno” per una settimana. Come? Prenotando da don Giuseppe l’immagine della Famiglia di Nazareth. Secondo un calendario stabilito verrà consegnata alla famiglia, durante una messa della domenica, l’immagine con il foglietto riportante la preghiera e una candela. Ogni giorno della settimana la famiglia si impegnerà ad accendere la candela per tutto il tempo della preghiera da recitare davanti all’immagine. La domenica successiva riporterà l’immagine che verrà passata ad un’altra famiglia che continuerà la catena di preghiera. Quando non ci sono famiglie disponibili la preghiera verrà garantita dalla comunità parrocchiale prima della recita del Rosario.

La famiglia per il cristiano

La famiglia, costituita nel matrimonio, è una “realtà umana” così preziosa agli occhi e al cuore di Dio, che il Signore Gesù l’ha elevata a sacramento. Dio Trinità, in Gesù, si è incarnato in una famiglia, ha vissuto in famiglia ed è stato con le famiglie.
Nei racconti evangelici infatti vediamo che Gesù è presente alle Nozze di Cana; Gesù è presente nelle relazioni con la famiglia di Pietro e di Lazzaro; Gesù è presente nell’ascoltare il pianto dei genitori come per Giairo e la vedova di Nain.
Questa è la intima relazione tra Gesù Cristo e la Famiglia!
La famiglia che si costituisce nel matrimonio, per il cristiano è una vera e propria risposta vocazionale, in cui le ricadute
abbracciano ambiti di primaria importanza, quali il suo ruolo sociale, formativo ed ecclesiale. Per questo è importante
coltivare, condividere e prendersi cura di questa vocazione.
Ad esempio la famiglia ha ricadute a livello Sociale, quale luogo primario dell’umanizzazione della persona e della società;  a livello formativo della persona umana, quale ambito in cui si educano le nuove generazioni, preparandole a stabilire sane relazioni interpersonali che incarnino sani valori morali e umani a livello Ecclesiale, in cui gli sposi sperimentano e imparano la cura reciproca, il servizio e il perdono vicendevole.
La visione Cristiana della famiglia è il cammino di conversione personale e di coppia verso la vita buona del Vangelo, incarnata nel quotidiano. Prendersi cura delle nostre e altrui povertà spirituali, umane e psichiche; essere a servizio nell’accoglienza di famiglie e di coppie che desiderano condividere questo viaggio fantastico della vita a due; essere costruttori di ponti tra la comunità cristiana e chi si riaffaccia dopo tanto tempo, magari ferito … sono gesti di carità per noi stessi e per gli altri.

Perché non ci siano case senza famiglia

“La gioia dell’amore che si vive nelle famiglie è anche il giubilo della Chiesa.
Spero che ognuno si senta chiamato a prendersi cura con amore della vita delle famiglie, perché esse non sono un problema,
sono principalmente un’opportunità”

Le famiglie di San Fiorano pregano per tutte le famiglie di San Fiorano

Con la solennità di san Giuseppe, anche la nostra comunità parrocchiale ha dato l’avvio all’Anno dedicato alla “Famiglia Amoris laetitia”, con un impegno concreto: pregare per tutte le famiglie di san Fiorano.
La nostra parrocchia crede fermamente nella potenza della preghiera comunitaria. Per questo, ogni giorno, pregheremo per tutte le nostre famiglie. Chi lo desidera può assumersi questo “impegno” per una settimana. Come? Prenotando da don Giuseppe l’immagine della Famiglia di Nazareth. Secondo un calendario stabilito verrà consegnata alla famiglia, durante una messa della domenica, l’immagine con il foglietto riportante la preghiera e una candela. Ogni giorno della settimana la famiglia si impegnerà ad accendere la candela per tutto il tempo della preghiera da recitare davanti all’immagine. La domenica successiva riporterà l’immagine che verrà passata ad un’altra famiglia che continuerà la catena di preghiera. Quando non ci sono famiglie disponibili la preghiera verrà garantita dalla comunità parrocchiale prima della recita del Rosario.

Famiglia di Nazareth

Dio ha voluto che suo Figlio venisse ad abitare in mezzo a noi per compiere la sua opera di salvezza a favore dell’umanità e ha scelto di compiere tale progetto con la collaborazione di due creature: una donna, Maria, e un uomo, Giuseppe. Il verbo della vita è stato generato in una famiglia ed è all’interno di essa che è cresciuto come uomo; è qui che Egli deve avere imparato alcune di quelle qualità umane, che probabilmente saranno state proprie di Giuseppe – come l’impegno nel lavoro, la resistenza alla fatica, il rispetto della legge, l’onestà, l’umiltà, il silenzio – di Maria – come l’attenzione agli ultimi, il rispetto per le persone, lo spirito di servizio. Da un lato, guardando all’umanità di Gesù, comprendiamo quanta importanza Dio nutre nei confronti dell’uomo; dall’altro, guardando al periodo vissuto da Gesù nella casa di Nazareth, comprendiamo la grandezza della famiglia. Quella di Gesù, Maria e Giuseppe è una famiglia “singolarissima” ma non per questo meno significativa per le nostre famiglie. Essa si pone come modello al quale devono ispirarsi le nostre famiglie. Indichiamo alcuni elementi: vi è in essa un invito alla fiducia; nessun potere mondano può annullare il progetto di Dio e la sua volontà di salvezza. Il Signore guida la storia e, nel rispetto delle libere scelte dell’uomo, conduce tutto con pazienza verso il bene e verso il compimento del suo disegno. Il secondo elemento riguarda il valore della vita quotidiana, Matteo nota che Gesù “andò ad abitare in una città chiamata Nazareth”, località oscura della Galilea. Qui Gesù trascorre la maggior parte della sua vita: questo fatto ha suscitato stupore, se si pensa alla grandiosità della sua missione. Questo è lo stile di Dio; fare grandi cose per la via dell’umiltà, del nascondimento, della apparente inutilità. Un ultimo elemento riguarda la vita familiare. Ogni membro di una famiglia che voglia rispettare il progetto di Dio, è chiamato a “uscire da sé” a porsi in primo luogo le domande sul bene dell’altro, facendo propria l’esortazione di Paolo a “gareggiare nella stima vicendevole”.

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Tutte le famiglie dovrebbero applicare alcune “regole” di vita, che ricorda san paolo e che appartengono all’intera comunità cristiana: amore, bontà, misericordia, rispetto vicendevole, sopportazione, perdono: tutto nella ricerca della volontà di Dio e di una vita fondata sul Vangelo. L’ascolto comune della Parola e la preghiera fatta insieme costituiscono la sorgente e l’alimento di relazioni belle e significative.

alle ore 16.00

Recita dei vespri e momento di adorazione comunitaria: “Pregando con le famiglie”