Uno spiraglio sulla realtà della Risurrezione

La trasfigurazione è dunque l’annuncio della vita divina che Gesù possiede e che ogni cristiano riceve da Lui nella potenza dello Spirito Santo.
La spiritualità cristiana, partendo da questo brano, ha compreso la vita del credente come un processo di lenta trasformazione in Cristo, Cristo glorioso che si compirà nella risurrezione finale. Un modo di leggere questo brano di vangelo è dunque di vedervi un annuncio della risurrezione e della gloria che ci circonderà. Gesù trasfigurato e Gesù risorto sono le immagini di come saremo anche noi nella risurrezione finale.

Ma è possibile distinguere queste due immagini, scoprire che se Gesù trasfigurato annuncia Gesù risorto, parla però anche di una condizione diversa, di una gloria che precede la risurrezione finale, che fa già parte di questo mondo in cammino verso la risurrezione. Questa immagine ci interessa in modo particolare, perché non parla solo del nostro futuro, ma anche del nostro presente.
Infatti il brano della trasfigurazione, così ricco di simboli che rimandano all’AT, non parla soltanto del futuro, della vita dopo la risurrezione finale, ma
anche del presente, del nostro oggi, della nostra vita di figli di Dio nella comunità della nuova alleanza, la Chiesa. La trasfigurazione è una visione nel senso più vero del termine. I discepoli non subiscono una allucinazione, non si tratta di una costruzione simbolica della loro fantasia, né di un annuncio profetico di una condizione futura. Essi “vedono” ciò che già prima c’era, ma non erano capaci di vedere.
Gesù si mostra loro per quello che è e li rende così capaci di vedere l’invisibile. Un invisibile che lo riguarda e ci riguarda al tempo stesso.