Trasfigurazione: vedere l’invisibile

Il 6 agosto la Chiesa celebra la Trasfigurazione di Nostro Signore. Gesù scelse di prendere con sé alcuni discepoli
per salire sul Monte Tabor a pregare. Pietro, Giacomo e Giovanni furono scelti per assistere all’ineffabile: Cristo apparve nel suo Corpo glorioso. Mentre pregava, «il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e
sfolgorante» e due uomini, anch’essi apparsi nella loro gloria, parlavano con Lui del compimento in Gerusalemme del suo sacrificio: erano Mosè ed Elia che rappresentavano la Legge e i Profeti.

Se apriamo gli occhi della fede sull’invisibile che è reale e presente, la trasfigurazione ci consegna innanzitutto un messaggio che riguarda Gesù. Il grande messaggio della trasfigurazione per il presente è che nella nostra vita non manca la luminosa presenza di Cristo, siamo solo noi che spesso abbiamo occhi incapaci di riconoscerLo. Anche noi come gli apostoli vediamo la sua vita umana e non siamo capaci di intravedere la vita divina in Lui. Dio è presente in mezzo a noi in Cristo, ma i nostri occhi, come quelli dei discepoli, sono spesso incapaci di riconoscerlo. Questa condizione non era solo tipica della via dei discepoli prima della risurrezione di Gesù, ma anche dopo, quando appare il Signore glorioso, il risorto, la loro vista resta spesso debole e offuscata nei confronti della sua presenza. Ancora oggi abbiamo bisogno che Dio apra i nostri occhi perché diventiamo capaci di riconoscerLo presente nella nostra vita: è il dono della fede.