Dalla missione dentro di sé si può passare alla missione verso gli altri, ricordando che essere credente significa essere credibili ed esortando tutti all’uso della parola alla luce della Parola di Dio: occorre essere missionari con l’esempio, e questo avviene se l’incontro con il Risorto trasforma la nostra vita.
Solo allora si può andare incontro al prossimo che mi è vicino e la prossimità permette di poterci parlare nella sincerità, nella collaborazione, nel modo sincero di costruire la città terrena, avendo per tutti un atteggiamento a dimensione d’uomo, e quindi secondo Dio.
Quale effetto produce questa conversione interiore: quello di essere come il cero pasquale luci accese per diradare tante tenebre che ci sono; il lucernario con il suo simbolismo nella notte di Pasqua infatti ci fa comprendere cosa significa cambiare per essere per tutti sorgente di luce. E per poter far questo il cristiano ha bisogno dell’alimento, la preghiera, perché il cristiano può consumare se stesso solo se si alimenta nell’incontro con il Signore. Questo è il segreto della vita missionaria. La preghiera del Padre nostro ci aiuta ad allargare gli orizzonti all’uomo di tutti i luoghi e di tutti i tempi e che gli altri segni che rivivremo nella celebrazione ci ricorderanno il nostro impegno di battezzati e ci daranno la spinta per essere missionari nel nome del Signore e sotto la guida di Maria, Stella della nuova evangelizzazione.
