Noi tutti sappiamo che Gesù è nato a Betlemme, la città di Davide dove i suoi genitori si erano recati per registrarsi nel censimento voluto da Cesare Ottaviano Augusto. Sappiamo della grotta, dei pastori, della stella e di tutti i segni della tradizione. Ma c’è una cosa, anzi due, che forse non tutti sanno…: cosa significa la parola Betlemme? È un termine che ha due significati. In ebraico vuol dire la “casa del pane” mentre nella lingua araba si traduce con “casa della carne”.
Strano potrete pensare; in effetti è davvero strano ma questa stranezza letteraria ci permette di divagare un po’ sul presepio ma soprattutto sulla figura di Gesù. Gesù che nel pane dell’Eucaristia si fa carne per noi, Gesù che è nato nella casa del pane e della carne. Se ci pensiamo è un accostamento davvero forte. È ancora più forte se pensiamo alla casa.
Nel presepio, che spero sia presente in tutte le nostre famiglie, noi costruiamo una casa a Gesù. La costruiamo lasciando spazio alla fantasia o alla tradizione ma non ci rendiamo conto che per primo Gesù costruisce una casa con noi e per noi perché si fa presente donando se stesso per tutti.
Ma non basta costruire una casa per Gesù nel presepio, diventa fondamentale costruirla anche nella nostra vita di tutti i giorni, nel nostro cuore e nelle nostre famiglie. Solo così il nostro non rischierà di essere un “cuore di pietra” ma un “cuore di carne” come lo definisce il profeta Ezechiele.
