Domenica delle Palme e Passione del Signore

La liturgia della Domenica delle Palme presenta aspetti sorprendenti. Infatti, Gesù, che si era messo decisamente in cammino con i suoi discepoli verso Gerusalemme, giunge ora alla mèta ed entra nella Città Santa per esservi immolato quale Agnello innocente e per instaurare dalla Croce il suo regno universale. Quasi per divina ispirazione, la gente del popolo gli va incontro festante acclamando: «Osanna al Figlio di Davide. Benedetto colui che viene nel nome del Signore!». Questa proclamazione risuona, convinta e festosa, nel rito di commemorazione dell’ingresso dì Gesù in Gerusalemme che precede la Santa Messa. Mentre nell’aria ancora risuona l’eco degli «Osanna», la Liturgia della Parola ci invita al raccoglimento per presentarci la vera realtà del Re acclamato con tanto fervore: Egli è il Servo sofferente, che si è fatto obbediente «fino alla morte e alla morte di croce»: ecco il suo trono!
La solenne proclamazione del Vangelo – il racconto della Passione – ci fa percorrere tutte le tappe della via dolorosa, dal Getsemani al Calvario. Custodendo nel cuore le ultime parole di Cristo – parole dette per noi – e immergendoci nei suoi silenzi di “agnello mansueto” – anch’essi vissuti per noi – possiamo inoltrarci nel mistero di questa Settimana: mistero che, celebrato nel tempo, lo trasforma da tempo in Grazia, da tempo cronologico, che passa, in tempo che si dilata nell’eternità, proprio perché contiene Cristo che è lo stesso ieri, oggi e nei secoli.