Ci è stato affidato un “giardino”

La terra è creata ed affidata all’umanità come un giardino: l’immagine biblica esprime la bellezza del creato e suggerisce il compito degli uomini di esserne i custodi e i coltivatori, con la responsabilità di trasmetterlo alle generazioni future (cf. Gen 2,15). L’alleanza di Dio con il suo popolo si manifesta nel dono di una terra «dove scorrono latte e miele» (cf Es 3,8), nei confronti della quale Israele conserva sempre la memoria che la prosperità viene dall’Altissimo, e a Lui ogni anno va presentata con gratitudine ogni primizia, condividendo la gioia per i beni ricevuti con chi non ha una sua proprietà, ossia con il levita e con il forestiero (cf. Dt 26,11). L’esperienza del peccato incrina la relazione all’interno dell’umanità e con la casa comune del creato: la Scrittura non manca di denunciare chi calpesta la dignità dell’altro, attraverso un uso ed un commercio iniquo di beni che sono invece destinati a tutti. In modo particolare è il profeta Amos che denuncia questa situazione: mercanti disonesti falsano le bilance e ingannano sulle unità di misura, per fare guadagni iniqui a svantaggio di chi lavora con onestà e dei poveri. Riescono persino a vendere lo scarto del grano! Il profeta si scaglia contro questa cultura di un profitto iniquo, che nega la dignità delle persone più umili, giungendo a «comprare con denaro gli indigenti e il povero per un paio di sandali» (Am 8,6).
Alle parole severe di denuncia si associano anche quelle che annunciano una rinnovata prosperità che scaturirà dalla fedeltà alla Parola di Dio: nei tempi messianici le relazioni sono improntate a giustizia ed equità, e l’umanità potrà godere dei frutti del suo lavoro. Lo stesso Amos assicura: «Pianteranno vigne e ne berranno vino, coltiveranno giardini e ne mangeranno il frutto» (Am 9,14). L’ingiustizia che ha devastato il lavoro dell’uomo e ne ha calpestato la dignità è destinata ad essere sconfitta: laddove si custodisce il legame con il Creatore, l’uomo mantiene viva la sua vocazione di custode del fratello e della casa comune.

“Coltiveranno giardini e ne mangeranno il frutto” (Am 9,14) “Custodia del creato, legalità, agromafie”

L’agricoltura è un’attività umana che assicura la produzione di beni primari ed è sorgente di grandi valori: la dignità e la creatività delle persone, la possibilità di una cooperazione fruttuosa, di una fraternità accogliente, il legame sociale che si crea tra i lavoratori.
Apprezziamo oggi più che mai questa attività produttiva in un tempo segnato dalla guerra, perché la mancata produzione di grano affama i popoli e li tiene in scacco.
Le scelte assurde di investire in armi anziché in agricoltura fanno tornare attuale il sogno di Isaia di trasformare le spade in aratri, le lance in falci (cf. Is 2,15).

Giornata nazionale del Ringraziamento (1)

La vita non mi appartiene, mi è donata perché io la condivida. Che cos’altro vorrebbe creare in noi la preghiera del mattino (Ti adoro, ti amo, ti ringrazio …), se non il permanere in questa consapevolezza? Mi è donato immeritatamente un nuovo giorno di vita. Solo così potrò stare nella vita e servirla con rispetto e simpatia. Solo questa consapevolezza mi fa gioire e ringraziare per la varietà e l’originalità con cui Dio mi ha chiamato all’esistenza e mi ha posto in un giardino. La fonte, la forma più bella e il fine della vita lo scopriamo  ogni domenica quando ci raduniamo per l’Eucarestia, cioè per “rendere grazie” al Padre per il dono della salvezza che ci ha raggiunto nel suo Figlio Gesù e ci raduna da fratelli.
Ogni Domenica è giorno di lode e di ringraziamento per l’opera della creazione e della redenzione. 
Ogni Eucaristia ci strappa dall’isolamento per metterci in comunione, ci allontana dall’egoismo per insegnarci a condividere i beni del creato, ci impedisce di sentirci padroni per farci servi di ogni creatura, unisce il cielo e la terra e “ci orienta ad essere custodi di tutto il creato”.
Il mese di novembre porta con sé la sorpresa di un grazie ancora più ricco per la raccolta degli ultimi frutti della terra, saporiti, abbondanti e coloratissimi, provvista per l’inverno che si avvicina e periodo di termine dei grandi lavori agricoli. Nella preghiera la bellezza e la varietà dei frutti diventa segno della creatività favolosa di Dio, magnifica il lavoro dei coltivatori e incita alla destinazione universale dei beni della terra per un mondo più giusto ed inclusivo.
In questa giornata desideriamo in primo luogo esprimere la nostra vicinanza agli uomini ed alle donne della terra, sapendo che dal loro generoso lavoro dipende in misura determinante il benessere della popolazione. C’è in loro una riserva di energia, di competenze e di creatività che può e deve essere valorizzata per superare la difficoltà ed andare oltre la crisi.
Mettiamoci tra coloro che hanno tanti motivi umani e di fede per dire “grazie” al Dio creatore e a tutti coloro che cooperano a coltivare e custodire i beni della terra. Buona festa del ringraziamento!

Giornata nazionale del Ringraziamento (1)

Il mese di novembre porta con sé la sorpresa di un grazie sempre più rimotivato davanti ai frutti della terra, abbondanti e coloratissimi. Il giorno 7 novembre si celebra la Giornata nazionale del ringraziamento.
Il ringraziare è segno eloquente. Un cuore che dice «grazie» sa benedire, parla bene, apre gli orizzonti, schiude finestre sigillate. Crea relazioni pulite. Poi, accogliere, poiché tutto è dono.
Tutto è grazia. Nasce lo stupore. Ogni persona si fa nuova. Cedono i pregiudizi, proprio mentre imparo a ringraziare. Ringraziare è uscire dall “io” autosufficiente e idolatra di sé, per scoprire  i doni del “Tu” di Dio e il “noi” dei fratelli. Ringraziare qualcuno infatti significa riconoscere che quello che ho lo ho ricevuto come un dono, per pura misericordia di Dio, senza averne alcun merito o alcuna parte. Il rendimento di grazie è presa di coscienza dell’amore dell’altro che mi fa sussistere; è riconoscere con responsabilità di essere di fronte a Qualcuno che mi ama. Sa ringraziare però … solo chi umilmente si accorge di non essersi “fatto da sé” ma di essere un continuo frutto dell’Amore del Creatore.

Valore religioso

In questa occasione, come credenti, siamo invitati a meditare sulla simbologia dell’acqua nelle principali tradizioni religiose, alla contemplazione di questa risorsa che, come scriveva San Francesco d’Assisi, è multo utile et humile et preziosa et casta.

È affascinante risalire alla rilevanza dell’acqua nell’Antico Testamento – l’atto di creazione all’inizio della Genesi, l’acqua che purifica o che è segno di benedizione e di terra fertile, o ancora la punizione causata dalla siccità o dal diluvio – e nel Nuovo Testamento. Esistono molte connessioni tra acqua e guarigione (cf. 2 Re 5,8-14; Gv 5,2-4; Gv 9,6-11). L’acqua, benché preziosa, non placa del tutto la sete e serve a Gesù per insegnare che non si può ridurre l’uomo ai suoi bisogni materiali (cf. Gv 4,13-14; Gv 7,37-38). È altrettanto affascinante studiare e capire il ruolo dell’acqua nella vita e tradizione della Chiesa. Si pensi per esempio prima di tutto al sacramento del battesimo – che purifica dai peccati e fa rinascere nell’innocenza per mezzo dell’acqua e dello Spirito Santo – e poi a gesti liturgici e devozionali come l’aspersione con acqua benedetta, la liturgia della notte del Sabato Santo, il legame stabile tra acqua e guarigione (per esempio a Lourdes), la presenza dell’acquasantiera collocata all’ingresso di tante chiese per il segno di croce, e infine, anche ai pellegrinaggi a Lourdes o sulle sponde del Giordano. L’acqua è «un simbolo che tocca l’esperienza più profonda dell’umanità, che indica un valore trascendente.

Ad esempio, il testo fondamentale della fede ebraico-cristiana, la Bibbia, ha 1500 versetti bagnati dall’acqua, in cui si parla di acqua. C’è un elemento curioso nell’interno del linguaggio dell’Antico Testamento: una sola parola in ebraico, nefesh, indica contemporaneamente la gola e l’anima, l’essere vivente».

C’è una profonda connessione tra la gola assetata e l’anima che ha bisogno dell’infinito, dell’eterno. Ciò non si limita alle tradizioni ebraica e cristiana: in molte religioni, l’acqua è stata e viene ancora considerata come santa, collegata alle divinità e alla loro benevolenza. Il Nilo, il Gange e il pozzo di Zamzam sono esempi eloquenti, tra molti altri.

Riconoscere il valore dell’acqua

Secondo il magistero della Chiesa Cattolica, l’acqua è un bene comune la cui adeguata gestione concorre alla realizzazione del bene comune dell’intera famiglia umana. È proprio vero che l’acqua è fonte di vita: la sopravvivenza e la salute degli esseri umani dipendono direttamente dall’acqua, così come la produzione di cibo, di energia e di molti beni di consumo. La biodiversità della Terra, il funzionamento dei vari biomi e dell’atmosfera, i cicli dell’acqua e del clima ci ricordano quanto sia versatile e fondamentale questa preziosa creatura di Dio. Quando gli astronomi osservano lo spazio per individuare e studiare altri pianeti, spesso constatano che non vi è traccia apparente di acqua, elemento indispensabile per la vita come la conosciamo sulla Terra: non tutti i pianeti dispongono di questo dono prezioso, culla della vita. A maggior ragione, dunque, dovremmo essere maggiormente consapevoli della sua complessa rilevanza.

70° Giornata Nazionale del Ringraziamento

Il tema di quest’anno è l’acqua

Nel Messaggio pubblicato dai Vescovi Italiani per l’animazione della Giornata, si legge:

La benedizione di Dio – di cui l’acqua è simbolo ed espressione – scende sempre abbondante sulla terra. ‘Come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme a chi semina e il pane a chi mangia, così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto’ (Is 55,10-11). 

La Parola di Dio fecondi la vita degli uomini perché agiscano in modo solidale e sostenibile. L’accesso all’acqua potabile per tutti gli uomini e lo spreco della risorsa idrica sono temi di giustizia sociale. Riguardano tutti. Il tempo dell’emergenza sia anche un tempo di rinnovata solidarietà: possa rafforzare i legami sociali e faccia riscoprire le relazioni di cui vive il tessuto sociale e produttivo