I grandi criminali non appaiono mai con i tratti del “mostro”, ma sembrano uomini normali, ordinari, grigi, senza segni particolari di riconoscimento. Farebbe comodo vedere i carnefici, gli aguzzini come uomini di un’altra specie, usciti dall’umanità e passati nel campo della mostruosità. In tal modo saremmo in grado di individuarli a colpo sicuro e starne in guardia. Ma non è così. Il criminale estremo appare abitualmente come un individuo banale. E questo fatto risulta sconvolgente per noi, perché sta a dimostrare di quali crimini, atrocità, nefandezze l’uomo normale è capace. Domina una volontà di distruzione, azzeramento di tutte le regole, compresi i principi fondamentali della legalità. Salta quell’equilibrio grazie al quale il sapere produceva il bene, il quale produceva il bello, mentre il sacro illuminava ogni cosa.
Che cos’è la barbarie oggi? Barbarie è ciò che non è ancora o non è più “coltivato”, ciò che rimane o ritorna allo stadio della pura emotività, dell’istinto animale, ciò che degenera e inselvatichisce per mancanza di criteri e di valori che permettano di discernere cosa è bello e buono per il singolo individuo e per l’umanità intera. È la distruzione di quanto costituiva l’umanità, la perdita del senso della dignità dell’altro uomo, di colui che è diverso. La barbarie è la distruzione della relazione con l’altro.
Intendo dire le relazioni quotidiane, i valori, l’educazione. La barbarie può essere compresa in rapporto con la nozione di civiltà. Essa ha una stretta parentela con il male nella sua dimensione collettiva, là dove, attraverso l’azione delle persone, perverte le strutture e priva l’umanità del legame tra gli uomini.
In che modo il male intacca la vita? Si tratta sempre di “piccoli passi”. I piccoli passi sono gesti apparentemente irrilevanti, trascurabili, quelli appunto che compiamo quotidianamente senza starci troppo a pensare, magari per spirito di imitazione e spirito gregario, ma che contribuiscono ad avvelenare la nostra convivenza civile, svuotare di senso e contenuti l’idea di democrazia, pervertire la giustizia, trasformare la libertà, far saltare le più elementari regole morali, abbattere tutti i limiti della comune decenza, rendere, insomma, il mondo immondo. Diceva un bello spirito in tono sarcastico: “Eravamo sull’orlo dell’abisso e abbiamo fatto un deciso passo avanti …”.
Io ritengo, invece, ci sia la possibilità di fare qualche “piccolo passo” indietro. Perché sono convinto sia arrivato il momento in cui dobbiamo renderci conto che solo facendo qualche passo all’indietro abbiamo la possibilità di progredire. Virtù da ritrovare, valori da ricuperare, tesori da mettere in salvo: sensibilità, cortesia, regole di buona creanza, delicatezza, capacità di consolare, concretezza, premura per tutti i viventi, custodia del creato, chiarezza, voglia di pensare in proprio, resistenza, piacere dell’onestà, passione per la giustizia, indignazione, pulizia, rispetto, e altre cose ancora … Insomma, piccoli passi per scampare alla barbarie che minaccia di inghiottirci se ci ostiniamo ancora a procedere con gli occhi bendati verso il baratro. Piccoli passi verso un mondo meno disumano.
Piccoli passi per ritrovare un uomo più umano … Cercando umanità.
Don Giuseppe