Il Monte della scelta

1 Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l’aiuto?

Salmo 121

Continua la scalata della nostra comunità parrocchiale, in questo anno pastorale, sui Monti di Dio. Dopo essere saliti su quelli dell’Antico Testamento, il primo mese di questo nuovo anno iniziamo con quelli del Nuovo Testamento. Saranno i monti di Gesù che affronteremo fino al termine di questo anno pastorale.

Iniziamo con il  Monte della Scelta.

Mare, deserto e monte sono luoghi dell’attività di Gesù che ricordano l’esodo. La sinagoga e la casa ricordano la terra promessa. Gesù è salito per primo sul monte e da lì chiama. È la seconda chiamata, dopo quella del lago mentre i primi apostoli erano intenti a riassettare le reti dopo la pesca. “E fece dodici per essere con lui e per inviarli”. I Dodici sono la “piccola barca” dove il Signore è toccato e non schiacciato; sono la sua vera famiglia, che siede in cerchio attorno a Lui per ascoltare la parola e ricevere la rivelazione del mistero del Regno. Essi sono fatti espressamente per “essere con Lui”, il Figlio. Questa è la realizzazione dell’uomo che con Lui è se stesso. Solo così è vinta quella solitudine abissale che gli è costitutiva: fatto per Dio, solo con Lui colma il suo bisogno essenziale di relazione e di compagnia. Da qui scaturisce la missione. Infatti chi è unito a Lui impara a conoscere il cuore del Padre, e si offre con gioia ad andare presso chi ancora non  lo conosce, perché la sua casa sia piena e non lo è fino a che manca un suo fratello. Questa seconda chiamata è più profonda e spiega perché lo si segue. Ora la sequela diviene unione e intimità con Lui, dove si raggiunge la propria identità di figli. Il discepolo la conosce, e non può non portarla a tutti i fratelli. Questa seconda chiamata ci fa vedere l’essenza della Chiesa. Fatta per essere con Gesù ed essere inviata ai fratelli, ha Lui come unico centro, ed è un cerchio che si estende a tutti. Senza una di queste due dimensioni, delle quali una è particolare e personale, l’altra universale e comunitaria, decade dalla sua natura Gli apostoli l’avevano capito  molto bene. Fin dall’inizio, per tener sempre a disposizione questa piccola barca, dove Lui sta con i suoi e si muove verso gli altri, illuminati dallo Spirito, scelsero di tenersi sempre a disposizione della preghiera (= essere con Lui) e del servizio della Parola ( = essere inviati).

Gesù è l’Emmanuele, il Dio che è venuto per essere con noi, perché noi possiamo essere con Lui. Con Lui irradiazione della gloria di Dio e impronta della sua sostanza, l’uomo torna a riflettere l’immagine e la somiglianza della propria realtà, dalla quale si era allontanato per il peccato. Lui è il centro di gravità del nostro cuore, il polo di ogni nostro desiderio, il luogo naturale della nostra vita. Il discepolo fa parte di una comunità, incentrata non su se stessa, bensì su Gesù, che la apre sempre verso tutti È una persona libera, membro di un popolo in cui ciascuno è riscattato dalla morte, perché è con Colui che è. La prima chiamata fu a seguirlo, lasciando le reti; la seconda pone un salto di qualità: stare con Lui in intimità e amicizia. L’opera del Padre è attirarci al Figlio, per metterci con Lui, in sua compagnia, e inviarci così ai fratelli, perché tutti lo conoscano e lo amino. La lista dei Dodici si chiude con colui che lo tradì. Quest’unione è sempre insidiata dal divisore, che vede in ciò la sua sconfitta.