La liturgia è una danza

In questo periodo ci si è sentiti un po’ privati delle feste che forse eravamo abituati a fare con tante persone, con familiari, con amici. Però, nell’ambito della nostra fede, non siamo stati privati delle feste cristiane. Dopo le festività natalizie mi viene spontaneo rivolgere questo invito a tutta la nostra comunità parrocchiale: recuperiamo il senso cristiano della festa.

Vorrei proporvi, non imporvi, quello che ritengo sia la vera festa cristiana di cui tutti noi, nel proprio della nostra scelta religiosa, siamo i veri esperti: la liturgia. Le nostre celebrazioni dovrebbero avere l’abito della festa. In questo clima riusciamo a vivere o riscoprire la ricchezza che ci è data dalla liturgia: essa è una danza! A volte in essa si piange, si deve infatti anche piangere nella liturgia e a volte si loda con gioia, ma sempre c’è festa. Diventa necessario che insieme ci impegniamo non per cercare soluzioni alternative, ma per rendere al meglio quello che di meglio già abbiamo: le nostre liturgie siano festose e la nostra vita sia una danza, cioè una liturgia. Sono così numerosi i cristiani dal volto chiuso, teso, scavato dalla tristezza che opprime e separa dagli altri!

Guardiamo la Chiesa di Cristo che ha organizzato e organizza feste da sempre attorno alla famosa tavola che le ha trasmesso il suo caro Signore. È la divina liturgia, a volte una finestra del cielo, con i suoi canti, le sue danze, la sua musica e i suoi fiori, il suo incenso e i suoi ceri. Disprezzarla o sottovalutarla sarebbe negazione pura e semplice della natura umana e del fatto dell’Incarnazione di Dio. A tutti coloro che affaticano a vivere la liturgia cristiana auguro di incontrare spesso dei volti di festa di persone che non solo hanno assistito a delle liturgie, ma che ne sono stati talmente coinvolti da trasmetterne la gioia e il canto di lode. Ci auguriamo di ritrovate il gusto delle celebrazioni liturgiche, in modo particolare dell’Eucaristia, e vivere, sempre più numerosi, la bellezza della festa cristiana.