È il grido di gioia della Pasqua. È il grido di gioia della nostra comunità cristiana che insieme ha percorso il cammino quaresimale per ora esultare all’unisono in questo giorno. È il giorno della speranza.
Se nella vita odierna si sono rimpicciolite le speranze tanto da ridursi di giorno in giorno di fronte alla pandemia, ora è il momento di rinvigorire il nostro cuore, il nostro coraggio, le nostre passioni.
È l’annuncio di un Dio vivo e vicino, che ci chiama ad una profonda comunione con Lui e di conseguenza ci apre ad una speranza certa. Che cosa significa per la nostra comunità cristiana celebrare insieme la Pasqua del Signore, quali conseguenze?
La vita umana, dono prezioso di Dio, è sana e inviolabile. Sì, questa vita è, nonostante il travaglio dell’ora presente, nonostante i suoi lati oscuri, le sue sofferenze, la sua fatale caducità, un fatto bellissimo, un prodigio sempre originale e commovente, un avvenimento degno di essere cantato in gaudio e in gloria. Ritorniamo a correre, se non troppo lontano perché limitati dalle attuali restrizioni, almeno con il cuore, con la mente e con l’animo. Chi crede non può non sentire su di sé il peso della sofferenza, dei dolori, delle incertezze, delle paure, ma in lui prevale la forza dell’annuncio pasquale. Oggi la nostra comunità parrocchiale si apre all’annuncio del Risorto, perché nel nostro paese rifiorisca la speranza, la gioia, la comprensione, la condivisione.
O Padre, tu che sei il Padre della vita, donaci di vivere la gioia profonda della Risurrezione, di nutrirci di quella speranza che cambia il nostro modo di guardare fin da ora la nostra esistenza e il nostro modo di guardare e valutare la storia dell’umanità.
Maria, Madre di Gesù, che per prima hai visto tuo Figlio risorto, fa di noi dei testimoni della gioia e della speranza. È il mio augurio a tutti voi.
