Perché tanto dolore? (lo “scandalo” della sofferenza) 2

A proposito della gioia e dei suoi surrogati, mi chiedo: dov’è la vera gioia? Perché spesso, spessissimo, viene confusa con altre cose che non sono gioia, ma surrogati di essa, come il piacere, le gratificazioni di ogni genere. Abbiamo voluto reagire a una cosiddetta società repressiva spalancando le porte di una società permissiva, dove impera, non solo a livello di comportamenti ma anche di idee e valori, quella che Benedetto XVI chiamava “dittatura del relativismo”. Il sospetto tipico del nostro tempo vede la vita cristiana come tristezza, rinunce, umore nero e visione pessimista della vita.
Chi dice questo non ha ancora bevuto all’acqua viva che Gesù promise alla samaritana (Gv 4).
Forse dovremmo chiederci se veramente Gesù è la mia Gioia. Alcune volte si ha l’impressione che essere cristiani, discepoli voglia dire “fare” per il Signore. Forse non è prima di tutto “stare con Lui”? È la sua presenza, la sua Persona, la relazione con Lui la fonte della vera Gioia? Oppure per me la gioia è nel compiere qualcosa per Gesù?
Certa è una cosa: se noi credenti non siamo ancora espressione di Gioia piena (dataci dall’incontro con il Signore), come possiamo rimanere stupiti di una mondo che vive nelle sue profondità uno stato di sottile malessere?