Terzo atteggiamento: frutto dello Spirito sono CORTESIA, MITEZZA E LONGANIMITA’

La cortesia è l’arte di accogliere, di incontrare l’altro facendogli sentire che è benvoluto, atteso, amato. È il dono di saper mettere ciascuno a proprio agio. L’opposto della cortesia è la scontrosità, il rispondere a monosillabi o con brontolii, è la freddezza che crea tensione e nervosismo.

La mitezza è un atteggiamento che facilmente viene frainteso, perché lo si confonde con la debolezza o la dabbenaggine. L’ira a cui si oppone la mitezza è quell’eccitazione che vuole il male dell’ altro, la collera in senso negativo o distruttivo. La mitezza è l’atteggiamento che spegne, modera la collera propria e altrui; è rispondere all’ira con la ragionevolezza, ed è una virtù essenziale nel rapporto sociale.

La longanimità è la virtù del buontempismo. È quell’atteggiamento che permette di superare la frustrazione  –  sensazione oggi assai diffusa a motivo della fretta che sempre ci incalza  – ,  di superare l’irritazione o lo scoraggiamento di fronte all’apparente sterilità dell’azione apostolica, educativa, formativa.

Quanti scoraggiamenti sarebbero evitati nelle famiglie, nella parrocchia se lasciassimo spazio allo Spirito Santo! Questa virtù, questo frutto dello Spirito è un messaggio prezioso per noi, perché ci invita ad avere coraggio, a resistere nella certezza che dalla resistenza ci verrà la gioia. Non è triste la longanimità, non pesa come un fardello, ma ci consente di seminare, magari con sofferenza, guardando al raccolto che ci sarà dato dalle mani di Dio.