1 Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l’aiuto?
Salmo 121
Matteo ci invita a fissare gli occhi su Gesù, a vedere come ha conquistato la vetta del monte delle tentazioni.
Come in ogni ascensione in montagna il segreto è guardare attentamente, come la guida scelga gli appigli e come eviti crepacci e vie senza uscita. Solo così si impara a raggiungere le vette.
E noi guardiamo al nostro Maestro, che ci indica come andare avanti verso la via della salvezza. Questi 40 giorni hanno un chiaro valore simbolico, evocano il soggiorno di Mosè sul monte Sinai (Es 24,18) il primo grande monte dell’incontro con Dio, ma anche i 40 anni del confronto faccia a faccia tra Dio e il suo popolo durante l’Esodo. In ambedue i casi si tratta di periodi di crescita e di maturazione. Quaranta giorni sono quindi il tempo della comunione con Dio, un tempo bello, ma esigente perché è sempre tempo di crescita, di stimolo a camminare. La presenza di Dio nella nostra vita è pacificante e inquietante insieme. La tentazione giunge alla conclusione di questo tempo di crescita e di maturazione, è quasi un esame, una prova che Gesù brillantemente supera per farsi nostro maestro con l’esempio. Per questo anch’essa può avere un significato e una logica: la vittoria sulla tentazione è la vera prova dell’amore. La tentazione della fame ci ricorda quella del popolo durante l’Esodo (Es 16, 2-3) ma ci ricorda anche e soprattutto la prima tentazione, quella
di Adamo ed Eva (Gn 3). Non è senza significato che, scorrendo tutta la Bibbia, dopo quel primo faccia a faccia tra il Tentatore e l’umanità, non c’è un altro testo come quello fino a questo scontro tra Gesù e Satana. Gesù rivive la storia fin dall’inizio; ed anche noi in definitiva riviviamo la storia di fedeltà ed infedeltà, debolezza, peccato ed amore che hanno contraddistinto il cammino dell’umanità e del popolo eletto. La tentazione è non fidarsi di Dio che indica un’altra direzione da percorrere, una via un pò più lunga ed esigente, che non nega il bisogno fisico ed immediato, ma ricorda che ci sono valori più urgenti ed importanti da difendere. Ogni tentazione in definitiva, non è altro che questa: l’idea folle e tremendamente affascinante di prendere il posto di Dio, di avere ogni potere, ogni ricchezza, ogni possibilità. È la tentazione di “essere liberi” perché non c’è “nessuno” più in alto di te ed il mondo è ai tuoi piedi. Puoi andare dove vuoi perché “nessuno” ti chiede di andare da nessuna parte… C’è un unico prezzo da pagare per questa supposta meravigliosa libertà: rinunciare a Dio, cacciare Dio dalla propria vita. È il fascino perverso dell’ateismo. Non solo e non sempre dell’ateismo pratico di tanti che non lo negano a parole, ma lo escludono di atto dalla loro vita. E’ l’ateismo più pericoloso, quello strisciante di chi si è allontanato da Dio, ma non vuole misurare la distanza per non essere costretto a riconoscere la sua situazione. Solo Dio è Dio! Dall’alto della montagna della tentazione, ormai chiaramente superata, Gesù appare come l’uomo veramente libero, libero anche da se stesso, pienamente padrone dei suoi desideri, “vertice” della creazione, fattosi “piccolo” per noi.