Non è facile credere alla risurrezione di Gesù. Non è immediato e spontaneo accogliere il vangelo della Pasqua. A questo proposito il racconto di questa domenica ci mostra con sano realismo tutta la fatica che fanno gli apostoli a credere al Risorto. Gesù vede il loro turbamento e i loro dubbi e proprio con la sua presenza cerca di rincuorarli e di incoraggiarli. Non è bastato il messaggio che hanno ricevuto il giorno di Pasqua: c’è un itinerario da percorrere per giungere alla fede. Ci sono alcuni passaggi significativi da compiere.
È quello che viene chiesto anche ad ognuno di noi. All’inizio di tutto c’è un evento imprevisto, che sconvolge le donne che si erano recate alla tomba di Gesù. Quest’esperienza, tuttavia, non può bastare. Ecco allora gli incontri con il Risorto. C’è un ulteriore passaggio da compiere. «Aprì loro la mente per comprendere le Scritture». Il racconto di oggi lo dice in modo esplicito e cita la Legge di Mosè, i Profeti e i Salmi. Sono le Scritture che permettono di decifrare ciò che è accaduto a Gesù, il senso di tutto. Sono le Scritture che un po’ alla volta ci mettono nella condizione di accogliere la strada scelta da Dio per salvare l’umanità. Sono le Scritture che ci fanno superare le difficoltà che proviamo davanti al nuovo che Dio mette sotto i nostri occhi. Ecco dunque perché la comunità cristiana celebra di domenica in domenica l’eucaristia. Non si limita a ripetere il gesto che Gesù ha compiuto nell’Ultima cena e che ha affidato ai suoi come testamento. In quella stessa celebrazione apre la Scrittura, Antico e Nuovo Testamento, per comprendere, per cogliere il senso di tutto e per essere in grado di riconoscere il Risorto nel suo cammino. L’esperienza della fede pasquale è, tuttavia, un’esperienza che mobilita, diventa una missione. I discepoli, rincuorati e incoraggiati, illuminati e fiduciosi prendono le strade del mondo per portare a tutti il messaggio che salva, per annunciare la bontà e la misericordia di Dio.
