Con cuore di Padre

Breve riflessione nell’anno di San Giuseppe

Perché lavoriamo?
Molti possono rispondere a questa domanda dicendo che si lavora per portare il pane a casa. Ma forse lo scopo vero del lavoro dovrebbe essere quello di darci l’occasione di esprimere noi stessi. La mancanza di lavoro è come un’amputazione alla dignità della persona. Nel lavoro ci si percepisce utili e significativi. Molte volte la mancanza di lavoro ci getta nella più profonda delle depressioni. In questo senso, il tema del lavoro ha a che fare con la fede e con la santità. Giuseppe è conosciuto come un lavoratore, un artigiano. Gesù sarà chiamato “il figlio del falegname”. È certo che Giuseppe avrà insegnato il suo mestiere anche a Gesù. Il Figlio di Dio ha lavorato come ogni uomo al mondo. Ma anche chi
un lavoro ce l’ha non è detto che lo viva come qualcosa che lo rende felice, che lo santifica. Infatti, a volte facciamo lavori che non vorremmo fare e li facciamo solo per necessità. Così il lavoro non è più il luogo dove io esprimo me stesso, ma è il luogo dove accumulo frustrazione. Tutto questo però può essere capovolto attraverso una conversione dello sguardo. Il lavoro ci santifica non solo quando ci aiuta a esprimerci, ma quando lo facciamo “per amore” di qualcuno. Allora anche la cosa più noiosa o stancante diventa bellissima, quando sai che lo stai facendo “per amore” di chi ami. La vera domanda quindi è se abbiamo capito che dovremmo trovare un motivo “per cui” fare le cose e non farle e basta. Giuseppe è illuminante proprio per questa logica del “per amore”.

Estate: tempo di opportunità

Ritorna l’estate. Ci avvolge con i suoi ritmi, i suoi riti, i suoi desideri,
e ci offre, per liberarci dalla fatica del lungo inverno,
l’opportunità di un tempo che, chiamato “libero”, 
c’incatena ad una infinità di abitudini e svuota di senso, di scopo, 
di significato le diverse opportunità che invece questo tempo può offrirci.

L’estate e la vacanza non sono nemici della fede, sono tempi da cogliere, da vivere, da riempire.
Benedetto XVI ha detto che “il tempo libero è certamente una cosa bella e necessaria, ma se non ha un centro interiore esso finisce per essere un tempo vuoto che non ci rinforza e ricrea”.
La stessa parola “vacanza” che deriva dal latino “vacare” (essere vuoto, vacante; fig. essere libero quindi avere tempo per, mancare di, essere lontano da) può evocare, nel suo significato etimologico, una prospettiva e uno stile nel “fare vacanza”. La vacanza non come tempo vuoto ma come tempo di libertà. Tempo riempibile di senso per non sprofondare poi nella noia, per non rinchiudersi nello smarrimento, per non allontanarsi dalla vita, dal quotidiano perché stufi della sua monotonia.

Anche la realtà dell’estate e della “vacanza”, che ha l’aria di essere qualcosa di scarsamente impegnativo, merita una riflessione, perché non c’è niente di banale, specialmente per uno che si dice cristiano. Ogni realtà della vita dell’uomo ha un senso, anche la “vacanza”, tempo da programmare secondo validi criteri.
Come cristiani siamo chiamati a cogliere le molteplici opportunità che questo tempo ci offre, come coltivare le relazioni con gli altri, dedicarsi con più tempo e tranquillità allo stare insieme.
Non manca, in particolare per i più giovani, l’offerta di esperienze intense e significative che aiutano ad aprire i propri orizzonti verso l’altro, con la possibilità di sporcarsi le mani rendendosi utili.
L’estate è anche il tempo per fermarsi, per sostare, per verificarsi, per riprendere in mano la propria vita. Tempo per sé, tempo per gli altri, tempo per le amicizie, tempo per l’essenziale, tempo per lo spirito, tempo per Dio.
E’ il tempo per la bellezza. Attraverso “la via della bellezza” nell’estate è possibile risvegliare il desiderio di senso e la nostalgia dell’indicibile.
L’estate e la possibile vacanza, ricorda all’uomo chi egli è: è immagine di Dio chiamato ad immergersi nel non-tempo quando tutto sarà riposo e quiete, incanto e bellezza, gioia e festa senza fine.
Un’estate vissuta così è veramente un “tempo creativo” per sé, per gli altri e per il mondo, che ci permetterà di tornare alle consuete fatiche quotidiane davvero “ri-creati”, più ricchi nel significato più pieno del termine, senza stress e nostalgie di vuote evasioni, ma più contenti e con la voglia di ricominciare.

10 suggerimenti per un’estate cristiana

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Un cuore cristiano senza carità cristiana non riposa in pace. La corsa al lavoro, nell’istruzione, negli affari … a volte ci impedisce di fermarci e capire chi non può permettersi anche un breve periodo di riposo perché non ne ha i mezzi economici. L’estate è l’occasione per offrirsi come volontari per aiutare o stare con i tuoi familiari che nel corso dell’anno sono stati un po’ trascurati.

Campo Scuola 2021

Quest’anno il campo scuola, presso “Casa Padre Monti” ad Arco (TN), sarà dedicato ai ragazzi che hanno frequentato le medie e i primi due anni delle superiori e organizzato in questo modo

Per il gruppo I e II media da lunedì 12 luglio a giovedì 15 luglio

Il costo di partecipazione compreso di trasporto, alloggio con trattamento di pensione completa (comprese lenzuola ed esclusa biancheria da bagno) è di 180 € a ragazzo/a.
I posti disponibili sono 35, fa fede la data e l’ora di iscrizione registrate dal sistema, manderemo una mail di conferma con le indicazioni per il versamento della caparra di 100 €. Il modulo di iscrizione aprirà venerdì 18 giugno alle ore 12.00.

Per le normative vigenti sulla sicurezza in merito al contenimento dei contagi da Sars Cov2 sarà necessario partire con un tampone antigienico rapido negativo eseguito nelle 48 h precedenti la partenza. Vi indicheremo il luogo dove sarà possibile eseguire il tampone.

Modulo di iscrizione per i ragazzi di 1 e 2 media

Per il gruppo III media I e II superiore da giovedì 15 luglio a domenica 18 luglio

Il costo di partecipazione compreso di trasporto, alloggio con trattamento di pensione completa (comprese lenzuola ed esclusa biancheria da bagno) è di 180 € a ragazzo/a.
I posti disponibili sono 35, fa fede la data e l’ora di iscrizione registrate dal sistema, manderemo una mail di conferma con le indicazioni per il versamento della caparra di 100 €. Il modulo di iscrizione aprirà venerdì 18 giugno alle ore 12.00.

Per le normative vigenti sulla sicurezza in merito al contenimento dei contagi da Sars Cov2 sarà necessario partire con un tampone antigienico rapido negativo eseguito nelle 48 h precedenti la partenza. Vi indicheremo il luogo dove sarà possibile eseguire il tampone.

Modulo di iscrizione per ragazzi dalla 3 media alla 2 superiore

Scarica qui il volantino

Con cuore di Padre

Breve riflessione nell’anno di San Giuseppe

Gesù ha scoperto la paternità di Dio attraverso quella di Giuseppe.
È un meccanismo insito in ogni autentica esperienza spirituale: tutto quello che di relazionale viviamo, lo travasiamo tale e quale nella nostra esperienza spirituale, e viceversa. Così, se umanamente parlando facciamo fatica a fidarci degli altri, perché magari abbiamo fatto esperienze che ci hanno fatto soffrire proprio nell’affidamento e nella paura di un rapporto, troveremo ugualmente difficile fidarci di Dio a affidarci a Lui. Se guariamo nella fiducia con Dio, porteremo guarigione anche nelle nostre relazioni orizzontali.
L’esperienza che Gesù fa della paternità è positiva e, per questo, lui riesce a rapportarsi al suo vero Padre senza impedimenti. Giuseppe lo ha preparato a questa relazione verticale che non è solo testimoniata da tutte le volte in cui, nel Vangelo, il cielo conferma la predilezione che Dio ha per Gesù definendolo amaro, con la fiducia addosso, ma è soprattutto mostrato dal modo con cui Gesù accetta di morire in Croce. Pur sentendosi solo non smette di fidarsi di suo Padre: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”.
Imparare a vivere significa anche imparare a morire.
Giuseppe dà a Gesù la capacità di saper fare entrambe le cose.
La sua umanità funge per lui da segno di qualcosa di più grande.
Tutti abbiamo bisogno di esperienze relazionali positive che ci aiutino nel nostro rapporto con Dio e con noi stessi.
Giuseppe è un potente intercessore anche per questa necessità.

Grest: si parte!

Si riapriranno i cancelli e l’esperienza del “grest” vedrà il suo inizio nel nostro oratorio.
Come parroco non smetto di pensare che questa esperienza è un dono di Grazia.
Dopo un anno di chiusura sono felice di poter riavviare questa progettazione di vita comune dove, il dono
gratuito ed il servizio reciproco, sono alla base dell’offerta proposta.
Per la parrocchia il Grest è e rimane una straordinaria avventura. Continuiamo a credere che l’oratorio sia un luogo educativo, dove le regole possano essere davvero indicazioni per una vita buona. Piccoli segreti che non sono forse di moda ma che, noi cristiani, possiamo affermarne la loro perenne attualità.
I volontari sono davvero ammirevoli. La Provvidenza non fa mai mancare l’aiuto…
Nella situazione pandemica che stiamo vivendo l’organizzazione e la realizzazione non sono proprio semplici. La disponibilità di adolescenti, di maturandi e di adulti (anche coloro che sono impegnati con il lavoro) che non hanno esitato a dare del tempo prezioso, è un segno straordinariamente bello.
Ringrazio di cuore perché la presenza attiva è nata spontaneamente ed è ancora più bella e ammirevole (non ci si mette in moto solo perché cercati o supplicati). Uno sa che c’è bisogno e si fa avanti.
Grazie di cuore. Evidentemente a tutta la comunità cristiana di San Fiorano chiedo una partecipazione nella preghiera. Siamo certi che l’aiuto del Signore è la nostra forza. Siamo certi che anime che penseranno a noi e pregheranno per noi saranno un ulteriore aiuto e presenza per l’attività estiva.
Comunque, per chi lo vuole, c’è sempre spazio per dare una mano.