Ritorna l’estate. Ci avvolge con i suoi ritmi, i suoi riti, i suoi desideri, e ci offre, per liberarci dalla fatica del lungo inverno, l’opportunità di un tempo che, chiamato “libero”, c’incatena ad una infinità di abitudini e svuota di senso, di scopo, di significato le diverse opportunità che invece questo tempo può offrirci.
L’estate e la vacanza non sono nemici della fede, sono tempi da cogliere, da vivere, da riempire.
Benedetto XVI ha detto che “il tempo libero è certamente una cosa bella e necessaria, ma se non ha un centro interiore esso finisce per essere un tempo vuoto che non ci rinforza e ricrea”.
La stessa parola “vacanza” che deriva dal latino “vacare” (essere vuoto, vacante; fig. essere libero quindi avere tempo per, mancare di, essere lontano da) può evocare, nel suo significato etimologico, una prospettiva e uno stile nel “fare vacanza”. La vacanza non come tempo vuoto ma come tempo di libertà. Tempo riempibile di senso per non sprofondare poi nella noia, per non rinchiudersi nello smarrimento, per non allontanarsi dalla vita, dal quotidiano perché stufi della sua monotonia.
Anche la realtà dell’estate e della “vacanza”, che ha l’aria di essere qualcosa di scarsamente impegnativo, merita una riflessione, perché non c’è niente di banale, specialmente per uno che si dice cristiano. Ogni realtà della vita dell’uomo ha un senso, anche la “vacanza”, tempo da programmare secondo validi criteri.
Come cristiani siamo chiamati a cogliere le molteplici opportunità che questo tempo ci offre, come coltivare le relazioni con gli altri, dedicarsi con più tempo e tranquillità allo stare insieme.
Non manca, in particolare per i più giovani, l’offerta di esperienze intense e significative che aiutano ad aprire i propri orizzonti verso l’altro, con la possibilità di sporcarsi le mani rendendosi utili.
L’estate è anche il tempo per fermarsi, per sostare, per verificarsi, per riprendere in mano la propria vita. Tempo per sé, tempo per gli altri, tempo per le amicizie, tempo per l’essenziale, tempo per lo spirito, tempo per Dio.
E’ il tempo per la bellezza. Attraverso “la via della bellezza” nell’estate è possibile risvegliare il desiderio di senso e la nostalgia dell’indicibile.
L’estate e la possibile vacanza, ricorda all’uomo chi egli è: è immagine di Dio chiamato ad immergersi nel non-tempo quando tutto sarà riposo e quiete, incanto e bellezza, gioia e festa senza fine.
Un’estate vissuta così è veramente un “tempo creativo” per sé, per gli altri e per il mondo, che ci permetterà di tornare alle consuete fatiche quotidiane davvero “ri-creati”, più ricchi nel significato più pieno del termine, senza stress e nostalgie di vuote evasioni, ma più contenti e con la voglia di ricominciare.