Signore da chi andremo?
Nella sinagoga di Cafarnao, in queste domeniche, abbiamo insieme ascoltato e meditato le parole di Gesù, il suo discorso sul pane di vita. La pagina evangelica si è conclusa con una domanda di Gesù ai Dodici e anche a noi: “ Volete andarvene anche voi?”. È un interrogativo simile ad una spada che divide la storia in due campi. È il guado di Cafarnao da varcare. Da un lato c’è chi si “tira indietro” spaventato da un messaggio che supera la carne, cioè le esigenze e gli orizzonti umani. C’è chi tradisce, chi ha paura, chi è attaccato alle sue idee e al suo interesse gretto ed immediato. Ma attraverso le parole di Pietro si fa strada anche l’altro campo, quelli di coloro che professano la loro fede pura nel Cristo. “Signore da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna”. Non dice “dove”, ma “da chi” andremo. Pietro sottolinea quel rapporto di intimità con Gesù.
È l’unicità e la preziosità del rapporto con Gesù.
Queste parole di Pietro, nel dialogo con Cristo alla fine del discorso sul “pane di vita”, ci toccano personalmente. Dio, in Cristo, ha messo le carte in tavola. La domanda scavalca i secoli e giunge fino a noi.
Ci interpella personalmente e sollecita una decisione. Chi lo ascolta deve mettersi in gioco.
Ciascuno oggi si guarda dentro e verifica il suo essere e il suo stare in Cristo e nella Chiesa.
Qual è la nostra risposta? Il nuovo anno pastorale che a breve inizierà ci impone scelte decisive.
La domanda non riguarda il “che cosa” dobbiamo fare; quali attività programmare.
La domanda di fondo è “chi”: verso chi andare, chi seguire, a chi affidare la propria vita.
Nella domanda di Pietro: “Da chi andremo?” c’è già la risposta circa il cammino da percorrere.
È il cammino che porta a Cristo. Nel sacrificio eucaristico noi possiamo entrare in contatto, in modo
misterioso ma reale, con la sua persona. Questa è la stupenda verità: il Verbo che si è fatto carne duemila anni fa, è presente oggi nell’Eucaristia. Mettiamo l’Eucaristia al centro della nostra vita personale, familiare e comunitaria: amiamola, celebriamola (soprattutto la Domenica “giorno del Signore”), adoriamola. Cristo ci ama e ci ama sempre! Ci ama anche quando lo deludiamo, quando non corrispondiamo alle sue attese. Questo amore ispiri tutto l’anno pastorale. Non c’è amore più grande di questo. Non c’è scelta pastorale più valida, più incisiva.
Un nuovo anno inizierà! Quante incertezze, quanti dubbi, quante paure sono nel cuore. Dove andremo? Che cosa faremo? Quali ostacoli e difficoltà si presenteranno? Quali atteggiamenti, comportamenti e reazioni ci saranno? Oggi, il Signore, ha aperto un varco di speranza e di fiducia. Che cosa faremo, lontani da Te? Tu solo, Signore, hai parole di vita eterna. Fin da ora a Te ci aggrappiamo con tutte le nostre forze e con tutto il nostro essere.
Fa, o Signore, che in questo atto e in questa scelta ci siano tutti.