Nella vita spirituale se non si va avanti si va indietro, fermi non si sta.
È un principio dei saggi maestri dello spirito che hanno studiato le dinamiche del cambiamento cristiano. Il Cristo che si è trasfigurato ci mostra il dono che Dio fa nella potenza di trasfigurazione, cioè di cambiamento; rischiamo di diventare bestie mentre siamo chiamati a diventare Dio.
C’è il rischio di andare indietro, mentre siamo chiamati ad andare avanti. Non è che lasciando passare gli anni semplicemente si diventi migliori, che la crescita sia automatica con il passaggio del tempo.
Se non c’è quella risposta alla grazia di Dio che ci cambia, noi lentamente andiamo indietro e la nostra vita spirituale peggiora anziché migliorare. Molte volte abbiamo dato troppo peso all’impegno e allo sforzo personale di cambiamento; è più corretto invece riconoscere che c’è la potenza della grazia che ci fa cambiare, ma non è un evento automatico. Forse l’inizio è improvviso e gratuito, capita a qualche persona di iniziare un cammino cristiano con una folgorazione. Dopo un periodo di lontananza, di freddezza, di indifferenza o addirittura di ateismo, avviene qualcosa, un colpo di grazia, che sveglia, rimette in cammino. Quel colpo di fulmine che ha cambiato la vita in un attimo non ha reso però la persona matura spiritualmente, ha semplicemente acceso il fuoco che si era spento, ha rimesso in moto un cammino che si era fermato. In altri casi invece, e sono la maggioranza, il cammino non si è mai interrotto, il fuoco non si è mai spento, fin dall’infanzia è andato avanti, ma il rischio è che il fuoco stenti ad ardere e il cammino sia molto stanco, quasi sempre seduto. Il cammino cristiano implica un cambiamento nella nostra vita, nel nostro stile, nel nostro comportamento, un cambiamento in meglio; non un cambiamento totale da zero a mille in un attimo, ma un cambiamento graduale, sistematico, di miglioramento. Questo è il cammino.
