Proviamo a riflettere sul tema del cambiamento, della metamorfosi come la chiamano i greci; è il cambiamento della forma che diventa un elemento fondamentale della nostra esperienza cristiana. Siamo chiamati a cambiare forma, siamo chiamati a riformare la nostra vita, siamo dotati della forza divina per poter riformare la nostra vita. Questo potrebbe essere un desiderio frustrato e frustrante: vorrei cambiare, ma non posso. La rivelazione di Gesù Cristo, il dono della sua grazia, ci rende però capaci di fare questo.
Contempliamo il Signore sulla santa montagna. Ha preso con sé tre dei discepoli, un piccolo gruppo e si ritira in solitudine probabilmente sulla montagna di Tabor che domina la pianura di Galilea per un momento di preghiera solitaria. Mentre pregava – dice l’evangelista Luca – il suo volto cambiò di aspetto. Una prima indicazione importante ci viene proprio da questa precisazione: “il suo volto cambiò di aspetto mentre pregava”. La trasformazione di Gesù è strettamente collegata alla sua
adesione al Padre. Mentre egli si unisce alla volontà di Dio, aderisce con forza al progetto del Padre, rimane in stretto, intimo colloquio con lui, il suo volto si trasfigura. Gli apostoli, che erano abituati a vedere Gesù nella forma normale, nella forma umana di tutti, sul monte contemplarono la sua forma divina. Sono quegli stessi tre che accompagnarono Gesù nel Getsemani quando lo videro sfigurato, una maschera di dolore e di angoscia prima dell’arresto e della condanna. I discepoli, che conoscono la forma normale di Gesù sono preparati vedendo la forma divina affrontare quella forma disumana. È il momento della sofferenza, quando non c’è più forma, non c’è più aspetto, non c’è più
somiglianza con un uomo, perché la sofferenza e il dolore lo hanno completamente sfigurato.
Gli apostoli sono in una via di mezzo: hanno già visto la figura divina, devono ancora affrontare quella tragica situazione di morte e – proprio attraverso questo cambiamento della forma – sono chiamati loro stessi a cambiare modo di vedere. Sulla montagna il Cristo ha presentato la sua forma divina per dare ai discepoli il coraggio di affrontare la passione. I discepoli devono accettare l’idea della croce, devono cambiare la mentalità. La trasfigurazione di Gesù è finalizzata a trasfigurare i discepoli. Ecco perché sulla icona della trasfigurazione ci sono tre personaggi in alto e tre personaggi in basso. I tre personaggi divini: Gesù, Mosè ed Elia – la rivelazione dell’Antico Testamento, la legge e i profeti – sono nella luce, mentre i tre uomini sono capovolti, sdraiati, rotolati nella loro condizione terrena in mezzo alle rocce, in mezzo alla condizione fatta di terra; essi hanno bisogno di lasciarsi capovolgere. Contempliamo la luce del Cristo perché possa illuminare la nostra vita e cambiarla lentamente, ma in modo significativo.
