Trinità: Dio è legame, comunione e abbraccio (2)

Il Figlio non è stato mandato per giudicare.
«Io non giudico!» Che parola dirompente, da ripetere alla nostra fede paurosa settanta volte sette! Io non giudico, né per sentenze di condanna e neppure per verdetti di assoluzione. Posso pesare i monti con la stadera e il mare con il cavo della mano, ma l’uomo non lo peso e non lo misuro, non preparo né bilance, né tribunali. Io non giudico, io salvo. Salvezza, parola enorme. Salvare vuol dire nutrire di pienezza e poi conservare. Dio conserva: questo mondo e me, ogni pensiero buono, ogni generosa fatica, ogni dolorosa pazienza; neppure un capello del vostro capo andrà perduto, neanche un filo d’erba, neanche un filo di bellezza scomparirà nel nulla. Il mondo è salvo perché amato. I cristiani non sono quelli che amano Dio, sono quelli che credono che Dio li ama, che ha pronunciato il suo ‘sì’ al mondo, prima che il mondo dica ‘sì’ a lui.
Festa della Trinità: annuncio che Dio non è in se stesso solitudine, ma comunione, legame, abbraccio. Che ci ha raggiunto, e libera e fa alzare in volo una pulsione d’amore.

La Trinità è sorgente di sapienza del vivere

Memoria emozionante della Trinità, dove il racconto di Dio diventa racconto dell’uomo. Dio non è in se stesso solitudine: esistere è coesistere, per Dio prima, e poi anche per l’essere umano. Vivere è convivere, nei cieli prima, e poi sulla terra. I dogmi allora fioriscono in un concentrato d’indicazioni vitali, di sapienza del vivere. Quando Gesù ha raccontato il mistero di Dio, ha scelto nomi di casa, di famiglia: abbà, padre…
figlio, nomi che abbracciano, che si abbracciano. Spirito, è un termine che avvolge e lega insieme ogni cosa come libero respiro di Dio, e mi assicura che ogni vita prende a respirare bene, allarga le sue ali, vive quando si sa accolta, presa in carico, abbracciata da altre vite. Abbà, Figlio e Spirito ci consegnano il segreto per ritornare pienamente umani: in principio a tutto c’è un legame, ed è un legame d’amore

Trinità: un solo Dio in tre persone. Dogma che non capisco, eppure liberante perché mi assicura che Dio non è in se stesso solitudine, che l’oceano della sua essenza vibra di un infinito movimento d’amore. C’è in Dio reciprocità, scambio, superamento di sé, incontro, abbraccio.
L’essenza di Dio è comunione.
Il dogma della Trinità non è una teoria dove si cerca di far coincidere il Tre e l’Uno, ma è sorgente di sapienza del vivere. E se Dio si realizza solo nella comunione, così sarà anche per l’uomo.
Aveva detto in principio: «Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza».
Non solo a immagine di Dio: molto di più! L’uomo è fatto a somiglianza della Trinità.
Ad immagine e somiglianza della comunione, di un legame d’amore, mistero di singolare e plurale. In principio a tutto, per Dio e per me, c’è la relazione. In principio a tutto qualcosa che mi lega a qualcuno, a molti. Così è per tutte le cose, tutto è in comunione. Perfino i nomi che Gesù sceglie per raccontare il volto di Dio sono nomi che contengono legami: Padre e Figlio sono nomi che abbracciano e stringono legami. Allora capisco perché la solitudine mi pesa tanto e mi fa paura: perché è contro la mia natura. Allora capisco perché quando sono con chi mi vuole bene, quando so accogliere e sono accolto, sto così bene: perché realizzo la mia vocazione di comunione. La festa della Trinità è specchio del senso ultimo dell’universo.
Davanti alla Trinità mi sento piccolo ma abbracciato, come un bambino: abbracciato dentro un vento in cui naviga l’intero creato e che ha nome comunione.

Trinità: Dio è legame, comunione abbraccio

I nomi di Dio sul monte Sinai sono uno più bello dell’altro: il misericordioso e pietoso, il lento all’ira, il ricco di grazia e di fedeltà. Mosè è salito con fatica, due tavole di pietra in mano, e Dio sconcerta lui, scrivendo su quella rigida pietra parole di tenerezza e di bontà.
Che giungono fino a Nicodemo, a quella sera di rinascite. Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio. Siamo al versetto centrale del Vangelo di Giovanni, a uno stupore che rinasce ogni volta davanti a parole buone come il miele, tonificanti: Dio ha tanto amato il mondo… e la notte di Nicodemo, e le nostre, s’illuminano.
Gesù sta dicendo al fariseo pauroso: il nome di Dio non è amore, è “tanto amore”, lui è “il molto-amante”. Dio altro non fa che, in eterno, considerare il mondo, ogni carne, più importanti di se stesso. Per acquistare me, ha perduto se stesso. Follia della croce. Pazzia di venerdì santo.
Ma per noi rinascita: ogni essere nasce e rinasce dal cuore di chi lo ama.
Proviamo a gustare la bellezza di questi verbi al passato: Dio ha amato, il Figlio è dato.
Dicono non una speranza (Dio ti amerà, se tu…), ma un fatto sicuro e acquisito: Dio è già qui, ha intriso di sé il mondo, e il mondo ne è imbevuto. Lasciamo che i pensieri assorbano questa verità bellissima: Dio è già venuto, è nel mondo, qui, adesso, con molto amore. E ripeterci queste parole ad ogni risveglio, ad ogni difficoltà, ogni volta che siamo sfiduciati e si fa buio.

Santissima Trinità (3)

La Chiesa tuttavia, considerò l’opportunità di stabilire una festa al fine di celebrare solennemente questo mistero trinitario, superiore a tutti gli altri e da quale tutti derivano. 
“Il mistero della Santissima Trinità è il mistero centrale della fede e della vita cristiana.
È il mistero di Dio in se stesso. È quindi la sorgente di tutti gli altri misteri della fede; è la luce che li illumina” (CCC 234). In effetti, nel mistero della Santa e Beata Trinità è compresa la creazione (Dio Padre), la redenzione (Dio Figlio), la santificazione del mondo (Dio Spirito Santo), anche se tutto ciò non può che apparire sconcertanti e incomprensibile all’intelletto umano.”
La Trinità non è solo un mistero da contemplare, ma una verità da vivere consapevolmente ogni giorno. La giornata del cristiano, infatti, inizia tracciamo su di noi il segno della croce: «nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo»; e si conclude sigillata dallo stesso segno e dalle stesse parole.

Santissima Trinità (2)

Né la forza della nostra ragione, né la religione dell’antico Israele con i suoi maestri e profeti ha potuto arrivare a questa conoscenza di Dio che ci è rivelata in Gesù Cristo.
Davanti a tale mistero possiamo solo piegare il capo – a volte troppo altero – e dire: credo tutto ciò che Gesù ha detto; niente è più vero della sua parola. Una antica preghiera della Chiesa, che assai opportunamente il popolo fedele dovrebbe riscoprire pregava così:  “Mio Dio, perché sei verità infallibile, credo fermamente tutto quello tu hai rivelato e la santa Chiesa ci propone a credere. Credo in te, unico vero Dio in tre persone uguali e distintamente, Padre e Figlio e Spirito Santo …”
Nel Vangelo, come ha scritto il papa emerito Benedetto nel suo libro Gesù di Nazareth, l’esistenza di Dio trino comprende un arco che si estende dall’inizio della vita pubblica fino alla fine; dal Battesimo, quando si è udita la voce del Padre che indica in Gesù il Figlio, accompagnata dalla presenza dello Spirito che appare in forma di colomba, fino al mandato missionario di Cristo risorto ai suoi apostoli: “fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo

Santissima Trinità (1)

La festa della Santissima Trinità che la Chiesa celebra a conclusione del tempo pasquale, ci introduce nel più grande dei misteri: Dio è uno e trino: cioè tre Persone e un solo Dio. 
E’ la sintesi dell’itinerario spirituale dopo aver ricordato il mistero della Risurrezione e l’evento prodigioso della Ascensione al Cielo del Signore Gesù e sul mistero della Pentecoste.
La festa della Santissima Trinità introduce il popolo cristiano e ogni battezzato nella vita intima di Dio, che solo possiamo accolgiere nella rivelazione e nella umiltà e nell’audacia della fede. Ricoda il Catechismo della Chiesa Cattolica: “La Trinità è un mistero della fede in senso stretto, uno dei misteri nascosti in Dio, che non possono essere conosciuti se non sono divinamente rivelati” (CCC 237). La fede non è primariamente azione umana, ma dono gratuito di Dio, che si radica nella sua fedeltà, nel suo «sì», che ci fa comprendere come vivere la nostra esistenza amando Lui e i fratelli.
Scrive ancora il Catechismo della Chiesa Cattolica: “Il mistero della Santissima Trinità è il mistero centrale della fede e della vita cristiana. Soltanto Dio può darcene la conoscenza rivelandosi come Padre, Figlio e Spirito Santo”.

La Santissima Trinità

Questa solennità ricorre ogni anno la domenica dopo Pentecoste e propone uno sguardo alla realtà di Dio amore e al mistero della salvezza realizzato dal Padre, per mezzo del Figlio, nello Spirito Santo. «La prova più forte che siamo fatti ad immagine della Trinità è questa: solo l’amore ci rende felici, perché viviamo in relazione per amare e viviamo per essere amati»

In questa domenica contempliamo la Santissima Trinità così come ce l’ha fatta conoscere Gesù.
Egli ci ha rivelato che Dio è amore “non nell’unità di una sola persona, ma nella Trinità di una sola sostanza” (Prefazio): è Creatore e Padre misericordioso; è Figlio Unigenito, eterna Sapienza incarnata, morto e risorto per noi; è finalmente Spirito Santo che tutto muove, cosmo e storia, verso la piena ricapitolazione finale. Tre Persone che sono un solo Dio perché il Padre è amore, il Figlio è amore, lo Spirito è amore. Dio è tutto e solo amore, amore purissimo, infinito ed eterno. Non vive in una splendida solitudine, ma è piuttosto fonte inesauribile di vita che incessantemente si dona e si comunica. Lo possiamo in qualche misura intuire osservando sia il macro-universo: la nostra terra, i pianeti, le stelle, le galassie; sia il micro-universo: le cellule, gli atomi, le particelle elementari. In tutto ciò che esiste è in un certo senso impresso il “nome” della Santissima Trinità, perché tutto l’essere, fino alle ultime particelle, è essere in relazione, e così traspare il Dio-relazione, traspare ultimamente l’Amore creatore.
Tutto proviene dall’ amore, tende all’ amore, e si muove spinto dall’ amore, naturalmente con gradi diversi di consapevolezza e di libertà. “O Signore, Signore nostro, / quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!” (Sal 8,2) – esclama il salmista. Parlando del “nome” la Bibbia indica Dio stesso, la sua identità più vera; identità che risplende su tutto il creato, dove ogni essere, per il fatto stesso di esserci e per il “tessuto” di cui è fatto, fa riferimento ad un Principio trascendente, alla Vita eterna ed infinita che si dona, in una parola: all’Amore. “In lui – disse san Paolo nell’ Areòpago di Atene – viviamo, ci muoviamo ed esistiamo” (At 17,28). Usando un’ analogia suggerita dalla biologia, diremmo che l’essere umano porta nel proprio “genoma” la traccia profonda della Trinità, di Dio-Amore».

La Santissima Trinità

Questa solennità ricorre ogni anno la domenica dopo Pentecoste e propone uno sguardo alla realtà di Dio amore e al mistero della salvezza realizzato dal Padre, per mezzo del Figlio, nello Spirito Santo. «La prova più forte che siamo fatti ad immagine della Trinità è questa: solo l’amore ci rende felici, perché viviamo in relazione per amare e viviamo per essere amati»

Per capire qualcosa della Trinità, ma senza la possibilità di esaurirne il mistero, si può utilizzare questa analogia. La Sacra Scrittura dice che quando Dio creò l’ uomo, lo creò a sua “immagine” (Genesi 1,27). Dunque, nell’ uomo si trova una lontana ma comunque presente immagine della Santissima Trinità. L’ uomo possiede la mente e la mente genera il pensiero. Il pensiero, contemplato dalla mente, è amato, e così dal pensiero e dalla mente procede l’ amore. Ora mente, pensiero, amore, sono tre cose ben distinte fra loro, ma assolutamente inseparabili l’ una dall’ altra, tanto che si può dire che siano nell’ uomo una cosa sola. Nella Trinità il Padre è mente, che da tutta l’ eternità genera il suo Pensiero perfettissimo (il Logos). Il Pensiero, generato eternamente dal Padre, sussiste, come persona distinta, ed è lo Spirito Santo. Ma come la mente, il pensiero e l’ amore sono nell’ uomo tre cose distinte, ma assolutamente inseparabili, così il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, sebbene sussistano come persone distinte, sono però un Dio solo.

Tre Persone

La festa di oggi medita il mistero del Dio di Gesù, un Dio che è comunione profonda, Trinità. Dio non è il solitario perfetto, l’incommensurabile, l’onnipotente – certo – ma solitario Motore Immobile (il sommo egoista bastante a se stesso?). Dio è festa, famiglia, comunione, danza, relazione, dono.

Dio è tre persone che si amano talmente, che se la intendono così bene che noi – da fuori – ne vediamo solo uno. Abbiamo una così triste opinione di Dio! La Scrittura ci annuncia che Dio è una festa ben riuscita, una comunione perfetta. Che bello vedere realizzato in Dio ciò che noi da sempre desideriamo: tre persone che non si confondono, che non si annullano in un’indefinita energia cosmica, ma che, nella loro specificità, operano con intesa assoluta. A questa comunione siamo invitati come singoli e come comunità cristiana. È alla Trinità che dobbiamo guardare nel progetto di costruzione delle nostre comunità: la Chiesa è lo spazio pubblicitario della Trinità nel mondo d’oggi.

Guardando alla Chiesa l’uomo si accorge di essere capace di comunione. Uniti nella diversità, nel rispetto l’uno dell’altro, nell’amore semplice, concreto, benevolo, facciamo diventare il nostro essere Chiesa splendore di questo inatteso Dio comunione.

Festa della Ss. Trinità

Quest’oggi contempliamo la Santissima Trinità così come ce l’ha fatta conoscere Gesù. Egli ci ha rivelato che Dio è amore “non nell’unità di una sola persona, ma nella Trinità di una sola sostanza”: è Creatore e Padre misericordioso; è Figlio Unigenito, eterna Sapienza incarnata, morto e risorto per noi; è Spirito Santo che tutto muove, cosmo e storia, verso la piena ricapitolazione finale. Tre Persone che sono un solo Dio perché il Padre è amore, il Figlio è amore, lo Spirito è amore. Dio è tutto e solo amore, amore purissimo, infinito ed eterno. Non vive in una splendida solitudine, ma è piuttosto fonte inesauribile di vita che incessantemente si dona e si comunica. In tutto ciò che esiste è in un certo senso impresso il “nome” della Santissima Trinità, perché tutto l’essere, fino alle ultime particelle, è essere in relazione, e così traspare il Dio-relazione, traspare ultimamente l’Amore creatore. Tutto proviene dall’amore, tende all’amore, e si muove spinto dall’amore, naturalmente con gradi diversi di consapevolezza e di libertà.

“O Signore, Signore nostro, / quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra!” (Sal 8,2) – esclama il salmista. Parlando del “nome” la Bibbia indica Dio stesso, la sua identità più vera; identità che risplende su tutto il creato, dove ogni essere, per il fatto stesso di esserci e per il “tessuto” di cui è fatto, fa riferimento ad un Principio trascendente, alla Vita eterna ed infinita che si dona, in una parola: all’Amore. “In lui – disse san Paolo nell’Areòpago di Atene – viviamo, ci muoviamo ed esistiamo” (At 17,28). La prova più forte che siamo fatti ad immagine della Trinità è questa: solo l’amore ci rende felici, perché viviamo in relazione per amare e viviamo per essere amati. Usando un’analogia suggerita dalla biologia, diremmo che l’essere umano porta nel proprio “genoma” la traccia profonda della Trinità, di Dio-Amore.

La Vergine Maria, nella sua docile umiltà, si è fatta ancella dell’Amore divino: ha accolto la volontà del Padre e ha concepito il Figlio per opera dello Spirito Santo. In Lei l’Onnipotente si è costruito un tempio degno di Lui, e ne ha fatto il modello e l’immagine della Chiesa, mistero e casa di comunione per tutti gli uomini. Ci aiuti Maria, specchio della Trinità Santissima, a crescere nella fede nel mistero trinitario.