Sant’Agata co-patrona della nostra Parrocchia

Nella Passione di Sant’Agata troviamo lo sguardo di un uomo, Quinziano, che nella giovane vede solo un corpo da possedere; lo sguardo d’un uomo incapace a saper vedere la dignità di una giovane donna. Infatti la fa arrestare e consegnare ad una tale compiacente Afrodisia la quale, però, gli riferisce: ‘È più facile rammollire i sassi e rendere il ferro duttile come il piombo che distogliere l’animo di questa fanciulla dall’idea cristiana. Le ho perfino offerto gemme ed ornamenti rari, vestiti tessuti d’oro, le ho promesso palazzi e ville, le ho messo dinanzi mobili preziosi e schiavi d’ogni sesso ed età. Ma, come terra che calpesta coi piedi, ella invece tutto disprezza’.
Allora lui, furioso, comanda che sia torturata. Anche nel nostro tempo vivono ancora troppi Quinziano. È Quinziano chi in una donna vede solo un corpo da possedere; chiunque pensa di esserne proprietario, non sa vederne e rispettarne la dignità, pretende di barattarla con oro ed altre cose, non sa difenderne con coraggio e forza la dignità, organizza luoghi e condizioni in cui la donna è oggetto di piacere, usa metodi e occasioni di scambio, mezzi illeciti, o anche apparentemente leciti, e causa sofferenza.

E questa martire cosa può dire oggi alle donne di ogni età? Ci consegna la coscienza che Agata ha della sua dignità di donna e di cristiana che sa resistere alle molteplici e allettanti opportunità che le vengono offerte, e per nessuna cosa al mondo intende rinunziarvi.
Perfino Afrodisia l’aveva capito: è Agata ogni ragazza che sa disprezzare le cose per apprezzare la propria dignità, sa rispettare se stessa, sa resistere alla voglia di possedere e svendersi, sa rispettare il proprio corpo e i tempi della propria crescita; ogni donna martire, cioè testimone della libertà e della verità; ogni donna che ha pure il coraggio di difendere un’altra donna; ogni donna cristiana che sa vivere guidata dal Vangelo di Gesù, sa denunziare la prevaricazione, la menzogna e la violenza, che sa opporsi ai Quinziano del nostro tempo.

Sant’Agata co-patrona, aiuta i giovani, tutti gli uomini, a scoprire la bellezza e la grandezza della dignità di uomini rispettosi della dignità delle donne. Sant’Agata, aiuta le ragazze, le donne, a saper essere rispettose della loro nobiltà femminile. Tu hai provato a farlo capire a Quinziano: continua a farlo capire agli uomini del nostro tempo, perché comprendano cosa significa essere uomini. Tu che hai difeso, a costo della vita, la tua dignità di donna e di cristiana, continua ad insegnare cosa significa essere donna, quale sia la vera libertà e la ricchezza della dignità alle donne del nostro tempo. La festa non ci fa celebrare un femminicidio: è invece memoria, da mantenere sempre viva, dell’esemplarità di vita cristiana, di forma sublime della dignità della giovane catanese Agata, come lei stessa confermò a Quinziano: ‘Io professo Cristo con le labbra e con il cuore, non cesso giammai di invocarlo”.