“La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi». Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo” (Gv. 20,22).
Ecco, il soffio di vita e la parola del Risorto. È il suo Spirito, e nient’altro, che la sera del giorno di Pasqua Gesù risorto dona ai suoi discepoli.
Lo Spirito Santo è l’unico dono del Risorto, non ce ne fa altri.
Per i primi discepoli, come per i cristiani di ogni epoca, così come per noi oggi, il suo Spirito è tutto ciò che ci resta di Gesù Cristo. Di lui non abbiamo altro, semplicemente perché ha voluto che i suoi credenti non avessero altro di lui se non il suo Spirito e questo bastasse loro, e questo ci bastasse.Gesù non ci ha lasciato un testamento spirituale, ma ci ha lasciato lo Spirito Santo come suo testamento. Non ci ha lasciato un’eredità, ma il suo Spirito come unico suo dono. Ciò che di più grande, infatti, una persona può lasciare di sé quando se ne va è il suo spirito. Lascia il suo spirito solo chi desidera lasciare a chi resta la vita vissuta con loro come suo unico e vero bene e non proprietà da tramandare o attività da portare avanti.
A noi comunità di credenti in lui che in questo tempo celebriamo la sua resurrezione, Gesù Cristo non ha lasciato progetti da realizzare e tanto meno istituzioni da mantenere in vita, ma ci ha lasciato una vita da vivere, la sua, e ce l’ha infusa donandoci il suo Spirito. Quando dice “ricevete lo Spirito Santo”, è come se dicesse “quello Spirito che ha animato la mia vita, io lo do a voi. Ricevete la vita che ho vissuto con voi e per voi e che ora può essere anche la vostra vita”. Per questo, lo Spirito Santo, la vita di Cristo in noi, è un dono del Risorto sempre da attendere e da invocare, perché è una vita che noi non possiamo darci.Non è l’esito di sforzi morali, né il risultato di ascesi e disciplina, né il frutto di un’etica raffinata per pochi eletti; ma la vita nello Spirito è l’umanissima vita che Gesù Cristo ha vissuto e che ci insegna a vivere. Quella vita che ci ha salvati e ci ha rivelato chi è Dio. Gesù l’ha vissuta perché ogni essere umano potesse viverla, e ci ha lasciato il suo Spirito perché noi continuassimo a viverla anche dopo di lui.
Se Ireneo di Lione ha scritto che “lo Spirito Santo scese sul Figlio di Dio per abituarsi a dimorare nel genere umano, a riposare sugli uomini, ad abitare nella creatura di Dio”; noi possiamo interpretare che il Figlio di Dio ha vissuto da uomo su questa terra per abituare noi, essere umani, a vivere la sua stessa vita spirituale. Gesù ha vissuto per insegnarci la vita nello Spirito.
Don Giuseppe