Quante persone ho incontrato che si dedicano con passione nel cammino della fede! E quante di queste, sempre con passione, si fanno accompagnatori di altri. Magari da lungo tempo. Eppure non sono tramontati in loro la freschezza e l’entusiasmo dell’inizio. Solo vi si è aggiunta l’esperienza, che non è cosa da poco. Ecco due tratti fondamentali dei discepoli del Signore: l’entusiasmo e la convinzione.
Non vanno trascurate la preparazione e la competenza ottenute con il continuo aggiornamento, ma non sono queste le doti principali. Prima di ogni altra esigenza, c’è quella di credere seriamente e di vivere ciò che si trasmette. C’è un episodio negli Atti degli Apostoli che è illuminante a questo riguardo. Quando Pietro e Giovanni vengono arrestati, dopo la guarigione dello storpio alla porta del tempio, parlano davanti al Sinedrio con scioltezza e con forza persuasiva. Il che lascia tutti stupiti per il fatto che sono “senza istruzione e popolani”. Si manifesta, nei due apostoli, la franchezza che viene dallo Spirito Santo. Ma c’è anche la forza che viene dalla convinzione e dalla passione per quello che dicono e per colui di cui sono testimoni, cioè per Gesù Cristo. Capisco che non è sempre possibile essere entusiasti. È possibile, però, ed è necessario, essere convinti. Essere convinti non è la stessa cosa che essere appassionati. Ne è però la premessa necessaria. Quando alla convinzione si aggiunge l’amore per il Signore Gesù e per la Chiesa, allora quello che facciamo assume la vibrazione dei toni appassionati. Tanto più se si pensa che il nostro umile servizio si inserisce direttamente in quel percorso del Vangelo che attraversa tutta la storia dell’umanità, nella quale una generazione consegna all’altra il patrimonio della fede. Noi siamo un anello di questa catena generazionale, che in termine tecnico si chiama tradizione.
Dobbiamo lasciare un segno nella fede di non poche generazioni. Chi ci incontra o ci ha incontrato possa dire di noi: viveva con entusiasmo. Il Signore, il Vangelo, il servizio, la testimonianza era la sua passione. Si vede che siamo persone convinte di quello che diciamo. Si capisce che non parliamo perché bisogna dire alcune cose. Ci crediamo e le viviamo. A tutti vorrei dare un piccolo consiglio: ogni giorno fermati cinque minuti a pregare perché lo Spirito Santo ti aiuti a credere e a vivere quello che dici.