Il tempo di Avvento è la stagione liturgica dell’attesa. Siamo chiamati a entrare nel “tempo di Dio” così che i ritmi del tempo dell’uomo, il tempo della cronologia, diventi il tempo della salvezza, in quanto tempo favorevole perché abitato per sempre da Dio. Grande è la tentazione da cui Gesù ci mette in guardia: nel tempo della vita, dopo avere ricevuto la fede e l’amore di Dio, si corre il rischio di perderli. Il tempo dell’attesa è tempo di vigilanza costante. Questo è ciò che caratterizza il credente: “che cos’è lo specifico del cristiano”? Vigilare ogni giorno e ogni ora, sapendo che “nell’ora in cui non pensiamo il Signore viene” (San Basilio di Cesarea). Tutto questo l’avevano compreso le prime comunità cristiane che vivevano nelle fede del Cristo venuto e, insieme nella certezza del suo ritorno. Il Signore è già venuto ed è morto per noi, ma la storia sembra continuare come prima: ancora l’ingiustizia, la sopraffazione, la dimenticanza di Dio, il peccato. Da qui un modo cristiano originale di vivere nella storia: un atteggiamento di vigilanza, fatto insieme di attesa e impegno. Vigilare è un uscire da sé per abbandonarsi a Dio.
