Epifania del Signore

“A Natale Dio cerca l’uomo. All’Epifania è l’uomo che cerca Dio”. Ed è tutto un germinare di segni. Come segno Maria ha un angelo, Giuseppe un sogno, i pastori un Bambino nella mangiatoia, ai Magi basta una stella, a noi bastano i Magi. Perfino Erode ha un segno; dei viaggiatori che giungono dall’Oriente, culla della luce, a cercare un altro re. Perché un segno c’è sempre, per tutti, anche oggi. Spesso si tratta di piccoli segni, sommessi; più spesso si tratta di persone che sono epifanie di bontà, incarnazioni viventi del Vangelo che hanno occhi e parole come stelle. L’uomo è la stella: “percorri l’uomo e troverai Dio” (S. Agostino). Perché Dio non è il Dio dei libri, ma della carne in cui è disceso.

Come possiamo diventare anche noi di segni, e non scribi sotto il cielo vuoto?

1. Il primo passo lo indica Isaia nella prima lettura di questa solennità: “Alza il capo e guarda!”.

La vita è estasi, uscire da sé, guardare in alto; uscire dal piccolo perimetro del sangue verso il grande giro delle stelle, delle mille sbarre dietro cui si racchiude e si illude il Narciso che è in me, verso l’Altro. Aprire le finestre di casa ai grandi venti.

2. Mettersi in strada dietro una stella che cammina.

Per trovare Cristo occorre andare, indagare, sciogliere le vele, viaggiare con l’intelligenza e con il cuore. Cercare è già un po’ trovare, ma non trovare Cristo vuol dire cercarlo ancora. “Andando di inizio in inizio, per inizi sempre nuovi” (Gregorio di Nissa). Camminando però insieme, come i Magi: piccola comunità, come loro fissando al tempo stesso gli abissi del cielo e gli occhi delle creature.

3. Non temere gli errori.

Occorre l’infinita pazienza di ricominciare, e di interrogare di nuovo la Parola e la stella, non come fa uno scriba, ma come fa un bambino. Come guarda un bambino? Con uno sguardo semplice e affettuoso.

4. Adorare e donare.

Il dono più prezioso che i Magi possono offrire è il loro stesso viaggio, lungo quasi due anni: il dono più grande è il loro lungo desiderio. Dio desidera che abbiamo desiderio di Lui.

5. Infine cercare Dio è cambiare strada.

I Magi non sono né turisti né vagabondi: hanno cercato, hanno trovato. Poi “Per un’altra strada fecero ritorno al loro paese”, e cercando non si sono tenuti la cosa per sé. Perché quando si è trovata la parola che cambia la vita, allora la gioia straripa, proprio come avvenne per loro che – racconta testualmente Matteo – “gioirono di una gioia grande assai”.

La notizia di avere incontrato Gesù suscita il desiderio di comunicarla agli altri. Da tante parti sale il grido, dov’è il vostro Dio? Che cosa rispondiamo. Hai incontrato Dio? Dov’è la sua casa, quale stella hai seguito? Dimmelo perché venga anch’io ad adorarlo. Credere amando, amare adorando, adorare donando, come i santi Magi: non è forse qui il senso di tutto?