Gesù è l’uomo che ha saputo amare e che ha fatto dell’amore un comandamento per sé prima di darlo come comandamento ai suoi discepoli. In Gesù, quella che l’evangelista Giovanni chiama “la volontà del Padre”, ma che fuori del linguaggio religioso chiameremmo il senso che lui dava alla sua vita, spinge Gesù a rimanere nell’amore totale rifiutandosi, anche nell’ora della Passione, di opporre violenza a violenza.
Questo lo porta fino a rinunciare a se stesso per fedeltà a sé stesso.Gesù è andato fino alla fine di sé, cioè all’estremo della fedeltà a se stesso. Ecco come l’obbedienza piena al senso che egli dava alla sua vita lo ha portato ad affrontare la morte. La sua ultima parola è stata, “è compiuto”, perché il senso del suo venire al mondo era compiuto.
Dobbiamo credere che è in questo suo amore che consiste la sua divinità. “Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati”. L’unico scopo della fatica di scrutare giorno dopo giorno le sante Scritture è nient’altro che cercare di penetrare tutta la profondità e lo spessore di questo “come”, intuendo che in questo “come” ci è dato il modo con il quale accedere e mettere in pratica la nostra capacità di amare, ossia di voler vincere la disumana morte. Da sempre, infatti, è la paura della morte che ci impedisce di amare; Cristo l’ha sconfitta per permetterci di amare senza paura. Confessare che Cristo ha vinto la morte significa, infatti, credere che questa capacità di amare è in ciascuno di noi come è in ogni essere umano e va cercata come si cerca l’acqua nel deserto. Va cercata in mezzo alle mille contraddizioni all’amore e ai continui fallimenti, sapendo che anche il sentimento più santo ha il suo miserabile rovescio.
All’amore come Gesù l’ha vissuto occorre crederci contro ogni evidenza dei fatti e dei risultati, contro ogni ragionevole scetticismo, ogni assennato realismo, perché nel cristianesimo con c’è altra ricerca di Dio che non sia la ricerca ostinata di amarci come Gesù ci ha amati. Per questo, noi umani dobbiamo smettere di essere sedotti, come narra la Genesi, dalla promessa del tentatore “sarete come Dio” per cominciare a voler essere come l’uomo Gesù. L’uomo che è giunto al più alto livello possibile nell’umanizzazione dell’uomo. Se ci siamo arresi e abbiamo rinunciato a credere che possiamo amarci come Gesù ci ha amati, di fatto non crediamo al suo amore e, se non crediamo al suo amore, non crediamo alla sua resurrezione e non crediamo al suo Dio. L’amore di cui Gesù è stato capace è l’unico e vero oggetto della nostra fede. L’amore vissuto da Cristo è il Dio di noi cristiani.
Don Giuseppe