L’Eucaristia, in forza della sua propria e specifica integralità, deve essere per la vita quotidiana.
Cosa dire sull’espressione vita quotidiana? Essa si presenta in modo molto più complesso di quanto a prima vista si potrebbe pensare.
Innanzitutto occorre affermare che tale espressione si riferisce all’esperienza della vita comune propria di tutti gli uomini. Parliamo della vita, ciò in cui tutti noi, per il fatto di essere uomini e donne, siamo immersi. Il quotidiano è l’humanum in sé e per sé.
In secondo luogo parlare di vita quotidiana significa primariamente riferirsi alla dimensione del tempo come costitutiva dell’umana esperienza dell’esistenza. L’etimologia di quotidiano ci rimanda all’avverbio latino “quotidie”, di ogni giorno. Esso da una parte ci richiama la dimensione del presente: è quotidiano ciò che è oggi. Dall’altra ci ricorda la dimensione della continuità: è quotidiano ciò che è di ogni giorno.
Le due dimensioni, presente e continuità, ci permettono di identificare le costanti dell’esperienza umana che, riproponendosi in ogni tempo e in ogni luogo, ci fanno appunto parlare di vita quotidiana.
L’Eucaristia è veramente per, cioè illumina ed edifica la vita quotidiana in tutti questi suoi risvolti.
Si tratta, pertanto, di celebrare l’Eucaristia perché possa avere rilevanza sulla mia vita quotidiana.
