Annunciazione del Signore

Nel cuore della Quaresima la liturgia ci mette una solennità liturgica che sembra stridere con i tempi della passione, morte e risurrezione di Cristo. Se poi aggiungiamo che questa festa cade nel giorno di venerdì.
Eppure la festa odierna è la radice più vera della Pasqua. Infatti Gesù non ha salvato il mondo solo a partire dagli ultimi giorni della sua vita terrena. Egli ha cominciato a salvare il mondo fin dal primo istante in cui è entrato nella storia.

Oggi è la festa della prima vera grande alleanza concreta tra la grazia di Dio e l’umanità.
È Maria la protagonista di questo inizio.
È la sua libertà la cosa che rende possibile tutto il resto. In questo senso la solennità che celebreremo è come la cartina di tornasole davanti a cui dobbiamo chiederci a che punto è la nostra vita. Infatti la nostra esistenza non è la somma degli eventi o delle cose che ci sono successe. La nostra vita è la somma delle nostre scelte, dei nostri sì, dei nostri eccomi. Solo guardando a quanto abbiamo messo in gioco la nostra libertà riusciamo anche a capire a che punto ci troviamo. Ecco perché il male non è semplicemente fare scelte sbagliate, ma è innanzitutto non fare mai delle scelte. E molto spesso la scusa per non fare mai delle scelte è nel fatto che non sempre capiamo tutto, che non sempre abbiamo sotto controllo le situazioni, che non sempre ci sentiamo pronti. Anche Maria si è trovata in una situazione simile ma ha compreso che a un certo punto della vita ciò che più conta è il rischio della libertà e non le rassicurazioni.
Onorare questa festa significa rischiare di decidere oggi qualcosa.

E questo ingresso lo ha fatto prima attraverso la libertà di questa donna e poi attraverso il suo grembo. Infatti non dobbiamo mai dimenticarci che Dio è onnipotente, cioè può tutto.
Eppure vincola la sua onnipotenza alla libertà dell’uomo. La storia della salvezza è una storia che si intreccia inevitabilmente anche con le scelte che ognuno fa.
Direbbe sant’Agostino: “Il Dio che ci ha fatto senza di noi, non ci salva senza di noi”.