L’andare avanti richiede un miglioramento, non tanto nelle cose da fare: dico una preghiera in più, durante questo periodo estivo faccio questo sacrificio in più, poi smetto. Queste piccole pratiche che si possono aggiungere vanno bene se sono utili per farmi essere migliore. Il cambiamento deve avvenire nel mio modo di essere, invece la tentazione forte, a cui cediamo facilmente, è la staticità, l’abitudine, la ripetizione abituale delle stesse cose senza slancio. Ho fatto l’elogio della ripetizione come importanza della insistenza, perché ad esempio una parola, una preghiera, un salmo entri nella vita e diventi parte di me; nello stesso tempo dobbiamo fare l’elogio dei piccoli cambiamenti. Vi faccio notare una cosa abbastanza comune di questa staticità abitudinaria. In chiesa, dove abitualmente partecipate alla Messa, voi tendenzialmente occupate sempre gli stessi posti. Dall’altare se io do un’occhiata all’assemblea e cerco una persona, posso stare tranquillo che se non è in quel punto allora non c’è, perché se uno si mette alla quarta panca non si metterà mai nella terza. Se uno è abituato a mettersi a destra non sarà mai a sinistra. Istintivamente si prende un punto, lo si adotta, lo si blocca e ci si ferma lì. Questo è un esempio di schema mentale.
