Dal riconoscerci figli del Padre “buono”… ad accogliere gli altri “figli” come “fratelli e sorelle”, sedersi all’unica mensa e fare comunione
La mensa della parola sfocia naturalmente nella mensa del pane eucaristico e prepara la comunità a viverne le molteplici dimensioni, che assumono nell’eucaristia domenicale un carattere particolarmente solenne. Nel tono festoso del convenire di tutta la comunità nel “giorno del Signore”, l’eucaristia si propone in modo più visibile che negli altri giorni come la grande “azione di grazie”, con cui la Chiesa, colma dello Spirito, si rivolge al Padre, unendosi a Cristo e facendosi voce dell’intera umanità.
La scansione settimanale suggerisce di raccogliere in grata memoria gli eventi dei giorni appena trascorsi, per rileggerli alla luce di Dio, e rendergli grazie per i suoi innumerevoli doni, glorificando “per Cristo, con Cristo e in Cristo, nell’unità dello Spirito Santo”.
La partecipazione dell’intera comunità assume una particolare evidenza nel convenire domenicale, che consente di portare all’altare la settimana trascorsa con l’intero carico umano che l’ha segnata. È un convito pasquale e incontro fraterno.
È importante inoltre che si prenda coscienza viva di quanto la comunione con Cristo sia profondamente legata alla comunione con i fratelli. L’assemblea eucaristica domenicale è un evento di fraternità, che la celebrazione deve mettere bene in evidenza, pur nel rispetto dello stile proprio dell’azione liturgica. A ciò contribuiscono il servizio dell’accoglienza e il tono della preghiera, attenta ai bisogni dell’intera comunità. Lo scambio del segno della pace, significamene posto prima della comunione eucaristica, è un gesto particolarmente espressivo, che i fedeli sono invitati a fare come manifestazione del consenso dato dal popolo di Dio a tutto ciò che si è compiuto nella celebrazione e dell’impegno di vicendevole amore che si assume partecipando all’unico pane, nel ricordo dell’esigente parola di Cristo: “Se dunque presenti la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare e va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono” (Mt 5,23-24).
L’eucaristia è un insieme di gesti comunitari; non è la somma di singole preghiere o azioni, ma un unico gesto che nasce dal sentirsi un cuore solo e una sola famiglia. Insieme si canta e si prega, insieme si proclama “Padre nostro”, insieme si va a ricevere la comunione.
L’eucaristia è la celebrazione di quanti prendono coscienza di essere figli di un Dio che è Padre, come Gesù ci ha insegnato, e accolgono gli altri “figli” come “fratelli e sorelle”, ai quali augurano pace e serenità. Solo così ci si può sedere a mensa e “mangiare” insieme il corpo del Signore. Stare attorno allo stesso tavolo significa essere una famiglia; infatti attorno alla mensa si celebrano gli avvenimenti più significativi della vita.
L’eucaristia non è un pasto ordinario ma è una celebrazione secondo il comando del Signore Si tratta di ripetere ciò che il Signore ha fatto con i dodici apostoli, una celebrazione dell’alleanza “in fraternità”.