XV giornata per la custodia del creato

Vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà

“Per nuovi stili di vita” (Tt 2,12)

Celebriamo questa 15ª Giornata nazionale per la custodia del Creato sotto la sferza della realtà della pandemia in cui ci siamo trovati smarriti e ci siamo interrogati. Soprattutto ci ha ferito il passaggio della morte, che ha colpito in modo lacerante per il dolore di quanti privati di ogni segno di conforto sono morti in estrema solitudine. La normale distrazione almeno per un momento è stata scossa ed ha fatto nascere la domanda non sulla vita in genere, ma sulla nostra vita. E con la grande domanda siamo stati provocati alla ricerca di un perché.

I volti degli ammalati soffocati e dei morti ci hanno fatto riflettere sul nostro volto e sulla sua fragilità. E sul volto del creato, profondamente ferito anch’esso. L’abituale distrazione e l’“orgoglio tecnologico” sono profondamente provati. Sono bloccate le scappatoie. Nella sua drammaticità questa provocazione è salutare perché blocca ogni scorciatoia almeno per un po’ di tempo. Inoltre, mai come in questa circostanza, scopriamo di essere tutti connessi, tutti accomunati da una sofferenza, da un destino comune, dall’incertezza e infine dalla paura.

A partire dalla fase 2 si sono riprese le attività, ma non è stata eliminata la possibilità di essere nuovamente contagiati. E la paura permane. E la domanda sul futuro si fa più grave. Quando ci è passata accanto la devastazione della nostra vita ci è parsa più vicina anche la devastazione del pianeta in cui viviamo. In queste circostanze affiorano le domande fondamentali della ragione e del cuore sul nostro destino e sul pianeta in cui abitiamo.

Ma come cristiani possiamo dire solamente questo? E di fronte all’enigma della morte possiamo solo aspettare che la pandemia passi? E noi non abbiamo incontrato chi ci dona una speranza oltre la morte?

In questo percorso di domande e risposte ci guida la Laudato si’ di Papa Francesco, di cui celebriamo il V anniversario, e lui, molto appassionato alle sorti del Pianeta, ha il coraggio di affermare: “La domenica è il giorno della risurrezione, il primo giorno della nuova creazione, la cui primizia è l’umanità risorta del Signore, garanzia della trasfigurazione finale di tutta la realtà creata” (LS 237).

Anche l’Esortazione Apostolica Querida Amazonia lo afferma quando, di fronte agli immensi problemi sociali e ambientali di questo territorio proclama come un profeta la forza dell’annuncio cristiano.

“È l’annuncio di un Dio che ama infinitamente ogni essere umano, che ha manifestato pienamente questo amore in Cristo crocifisso per noi e risorto nella nostra vita. (…) Senza questo annuncio appassionato, ogni struttura ecclesiale diventerà un’altra ONG, e quindi non risponderemo alla richiesta di Gesù Cristo:  ‘Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo ad ogni creatura’ (Mc 16,15)” (QA 64). Il Papa affronta tutte le problematiche ambientali e sociali che valgono per l’Amazzonia e l’intero pianeta e le illumina con la sapienza del Vangelo. “Il kerygma e l’amore fraterno costituiscono la grande sintesi dell’intero contenuto del Vangelo che non si può fare a meno di proporre in Amazzonia” (QA 65).

Da questo nucleo infiammato scaturisce l’originalità della proposta cristiana e anche una prospettiva originale nella questione ambientale. L’enciclica Laudato si’, mediante la proposta di una “ecologia integrale”, indica una direzione nuova dal punto di vista culturale, scientifico ed operativo per il futuro del nostro pianeta.

Da questa enciclica nasce l’invito ad un cambiamento di paradigma per cui la sostenibilità ambientale giova alla sostenibilità economica e questo è un bene condiviso anche in campo ecumenico per abbattere ogni barriera che impedisce un giusto rapporto tra le persone e con la casa comune.