Battesimo del Signore

Gesù arriva al Giordano assieme alle folle che si recano da Giovanni il Battista per ascoltare la sua parole e per farsi battezzare. Questo il Battista proprio non se lo aspettava, perché il Messia non ha bisogno del perdono; è Lui piuttosto che lo porta e che lo offre. C’è una gradualità che deve essere onorata, sembra suggerire Gesù richiamando prima di tutto il tempo presente, “per ora”, perché ormai il ruolo di Giovanni sta concludendosi e il tempo è maturo per l’instaurazione di un altro battesimo. Al tempo presente occorre portare a compimento la “volontà divina”. Gesù sollecita ed educa Giovanni ad orientarsi verso la piena realizzazione della volontà divina. Uscendo dall’acqua “vide squarciarsi i cieli”. Il mondo nuovo si presenta come un’apertura del cielo: il cielo si apre, vita ne entra, vita ne esce. Si apre e accoglie, come quando si aprono le braccia agli amici, ai figli, ai poveri, all’amato. Il cielo si “squarcia” sotto l’urgenza dell’amore di Dio. Si apre e dona. Su ogni figlio scende una colomba simbolo dello Spirito, respiro di Dio. Questa immagine del cielo aperto continua a indicare la nostra vocazione: alzare gli occhi su pensieri altri, le vie che sovrastano le nostre vie; continua ad indicare che non abbiamo in noi la sorgente di ciò che siamo. Con questa fede possiamo anche noi aprire spazi di cielo sereno, da cui si affacci la giustizia per la nostra terra, dono che diventa conquista. Possiamo seminare segni di speranza, abitare la terra con quella parte di cielo che la compone.