Qual è la buona notizia? (2)

La “buona notizia”, che in questi termini non sarebbe tale, lo è veramente: ma non perché si tratti di una legge morale, bensì perché è la presenza di Dio che ci viene incontro. La “buona notizia” è proprio la possibilità che Gesù ha portato all’uomo di “essere felice”. Il vangelo è l’annuncio di una felicità “possibile”. Dio ci ha creati perché fossimo felici, come lui, e fa di tutto per fare di noi delle persone felici. E questo, forse, l’avevamo capito, nel senso che ciascuno di noi sa perfettamente di voler essere felice, al di là di qualsiasi obiettivo particolare. È la radice della nostra persona: vogliamo, cerchiamo la felicità, è questo l’oggetto del nostro desiderio. Ma se questo obiettivo lo desideriamo proprio tutti, è segno che Dio l’ha inculcato nel nostro cuore, che Dio ha messo nel nostro animo questa ricerca di felicità, che ha messo in noi il suo “marchio”, ci ha fatti per sé. E proprio perché siamo fatti per lui, anche senza volerlo, anche senza saperlo, aneliamo a lui, tendiamo con tutte le forze a lui, cioè tendiamo alla felicità. Il problema nasce dalle strade da seguire: tutti d’accordo nel volere la felicità, ma poi ognuno va per una propria strada sul metodo da seguire per raggiungere la felicità. Così su questo punto si presentano tante proposte differenti, fondate ad esempio su proposte pubblicitarie talvolta banali, ma che comunque avvolgono la nostra esistenza sotto forma di prodotti, di situazioni, di realtà, di persone che in vari modi promettono la felicità. Qui si riassume il problema della nostra vita: siamo d’accordo che tutti vogliamo essere felici, ma come possiamo esserlo? La “buona notizia” di Gesù Cristo sta proprio nel garantirci che questo obiettivo è possibile, che non è un’illusione, a differenza di alcuni che nel corso della storia dell’umanità hanno sostenuto che la felicità non esiste e non può esistere, oppure è un desiderio di qualcosa che non c’è ancora o che non c’è più e che, di fatto, è irraggiungibile. Gesù invece è venuto non solo a garantirci che la felicità è possibile, ma a indicarcene la strada: lui stesso. In genere, non si adopera molto nel nostro linguaggio cristiano la parola “felicità”, forse perché sembra laica, profana. Essa invece merita di essere rivalutata, perché con questa parola noi intendiamo veramente la piena realizzazione della nostra vita. E Gesù Cristo è la nostra felicità: la “buona notizia” è questa, è la presenza di Gesù che dice di essere Dio garantendo per noi la possibilità di essere felici. È possibile, ci viene data, la felicità.