La famiglia: prima scuola

Nell’anno dedicato alla “Famiglia Amoris Laetitia”

Il compito educativo dei genitori è così fondamentale e primario che non può essere delegato del tutto ad altre istanze come la scuola. “Anche se i genitori hanno bisogno della scuola per assicurare un’istruzione di base ai propri figli, non possono mai delegare completamente la loro formazione morale”. I genitori, però, possono essere educatori attendibili soltanto se si mostrano degni di fiducia agli occhi dei loro figli. La responsabilità educativa passa attraverso il generare fiducia nei figli e l’ispirar loro un amorevole rispetto. La fiducia e il rispetto sono nutriti dal dialogo e consolidati dalla coerenza tra parola e vita. Attraverso un sano rapporto tra figli e genitori si costituiscono abitudini virtuose che diventano una seconda natura.
In contesti così, anche la sanzione e il rimprovero acquisiscono un valore positivo perché “un bambino corretto con amore si sente considerato, percepisce che è qualcuno, avverte che i suoi genitori riconoscono le sue potenzialità”. La famiglia si configura così come “la prima scuola dei valori umani, dove si impara il buon uso della libertà”. In essa si imparano a discernere i messaggi della società circostante.

La famiglia: prima Chiesa

In questo contesto ricco si inserisce l’educazione alla fede, compito reso più difficile ai nostri giorni, ed è proprio per questo che risulta ancora più indispensabile. La famiglia “deve continuare ad essere il luogo dove si insegna a cogliere le ragioni e la bellezza della fede, a pregare e a servire il prossimo”.
La fede va trasmessa con la gestualità e con una sensibilità narrativa e non solo con i concetti e i precetti.
Non si deve dimenticare, soprattutto, che la fede è dono di Dio. Bisogna parlare di Dio ai figli, ma bisogna altrettanto e soprattutto parlare dei figli a Dio. Le famiglie devono assumersi a pieno il loro ruolo, non come clienti, ma come credenti, come soggetto dell’azione pastorale dell’annuncio del Vangelo.