L’esposizione del SS. Sacramento, fatta sulla mensa dell’altare, attira la nostra attenzione sui segni del Sacramento. Vado a pregare perché sono «attirato», mi accorgo, mi rendo conto del segno del Pane, che significa qualcosa di preciso. La presenza del Signore, messa in risalto dall’esposizione, domanda che non ci siano altri centri di attrazione che sminuiscano, in qualche modo, la semplicità della concentrazione sul Pane consacrato. L’attenzione deve essere concentrata sulla persona di Cristo. Chi crede veramente di trovarsi alla presenza del Signore Gesù, come può allontanarsi su altre strade? Sarebbe un’imperdonabile mancanza di rispetto e, in ultima analisi, di fede. Con l’esposizione entriamo nel dinamismo di un rapporto, fatto di segni, che ci inserisce in una comunione profonda con Cristo e con i fratelli, nel contesto di una comunità, per diventare significativi nella Chiesa. L’adorazione ci porta alla comunione e crea la comunità. L’adorazione, come assemblea, porta un arricchimento nello sviluppo della vita fraterna, stimola lo spirito di unità e di carità, favorisce lo spirito di comunione tra i cristiani che adorano dopo aver celebrato. Contemplare insieme, adorare insieme, fortifica una vita di comunione. L’esposizione ci conduce a comunicare al Signore nella fede e nella carità. Riconoscendo la presenza del Cristo si è invitati ad una comunione di cuore con lui. È, quindi, entrare in comunione con Cristo fino a condividere la sua vita nello Spirito, per essere guidati dal suo stesso Spirito d’amore. L’Eucaristia è un progetto di vita da accogliere.
È qualcosa che non mi lascia come prima, ma che mi coinvolge pienamente in un cammino
continuo di conversione a Lui. L’Eucaristia è pienamente vissuta quando ci porta a donare «corpo e sangue», come Gesù, per i fratelli.
