La Via Crucis: questa forma di meditazione ci aiuta non solo a ricordare le sofferenze di Cristo, ma a scoprirne, in qualche misura, la profondità, la drammaticità, il mistero, sommamente complesso, dove il dolore umano nel suo più alto grado, il peccato umano nella sua più tragica ripercussione, l’amore nella sua espressione più generosa e più eroica, la morte nella sua più crudele vittoria e nella sua definitiva sconfitta… acquistano l’evidenza più impressionante. Chi cammina spera. Chi non cammina più è stanco o disperato.
Il cammino della croce è il “cammino della speranza”, perché è un cammino sulle orme di Cristo, in compagnia di Maria, “pellegrina della fede” e Madre della speranza. Il nostro è un “cammino difficile”, è l’Esodo, è il cammino della Croce. È sicuro il “punto di partenza”: l’amore di Dio che ha portato il Figlio sulla Croce. È sicuro il punto di arrivo: la gloria della risurrezione. La Via Crucis è un “camminare” e sostare: per contemplare, pregare, riposarsi in Dio e riprendere fiato, per camminare ancora fino al traguardo. In Dio. Per camminare sulle orme di Cristo servono le tre virtù teologali, le “tre figlie di Dio”: la fede che è “sposa fedele”, la carità che è “madre feconda e generosa”, ma soprattutto, la speranza, la “sorella piccolina”, che “trascina tutto” e ci aiuta a “varcare la soglia” in Cristo.
